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   Sassolungo - Via Normale, 28/07/2017
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Onicer  Beps65   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Passo Sella (rif. Demetz) (2685m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  3181 m
Dislivello  680 m
Difficoltà  AD / III+ ( III obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Demetz - Vicenza
Attrezzatura consigliata  Due corde da 30, cordini e fettucce, se pulito scarpette da avvicinamento.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Risalendo in auto la val Gardena poco dopo Ortisei esplode dal nulla questa cattedrale Dolomitica tra le più belle e famose, è il Sassolungo! Dopo aver letto e riletto le relazioni di via, chiesto informazioni a chiunque ci sia stato, oggi finalmente siamo qui anche noi a tentare di toccare la sua cima. Poco dopo le 8 siamo in fila per la prima corsa sulla vecchia bidonovia che comodamente ci porta al rifugio Demetz. Già mi potrei fermare, in questo luogo a quest’ora quando non ancora raggiunto dalla calca dei turisti “Giapponesi” ed in giro solo Alpinisti di ogni nazionalità, si respira un aria d’altri tempi, se non fosse per l’abbigliamento moderno e colorato sembra di vivere in un quadretto d’epoca! Ma ritorniamo a noi, pausa caffè e due chiacchere con il gentilissimo rifugista che ci fornisce tutte le informazioni necessarie, si parte, scendiamo un centinaio di metri e subito un passaggio delicato, inizia la lunga e bellissima cengia dei Fassani, la roccia è quasi sempre ottima ma ad ogni passo bisogna prestare attenzione, il baratro è come minimo 300 metri ed un errore sarebbe fatale, con calma ma anche grande divertimento e meraviglia per il luogo arriviamo alla prima tappa, nell’anfiteatro dove rimangono ormai gli ultimi resti del ghiacciaio, un grosso ometto alla fine ci indica la direzione, ma anche con in mano relazione e foto, l’orientamento è molto difficoltoso, infatti sbagliamo seguendo una sosta nel canale, ritroviamo la nostra via che corre sul bellissimo spigolo sul lato sinistro e raggiungiamo prima dei cavi e poi dei pioli che ci rassicurano di essere sulla giusta via. Da qui saliamo nella gola delle guide le difficoltà sono sempre II e III, l’esposizione è inferiore ma un infido ghiaietto merita comunque molta attenzione, raggiungiamo il bivacco e ci prepariamo psicologicamente all’ultimo passaggio prima di raggiungere la cresta che conduce in vetta, la roccia è buona ma l’esposizione è talmente elevata che bisogna davvero essere concentrati, è un attimo ma ti fa mancare completamente il respiro, siamo in cresta la percorriamo tutta fino a toccare la sommità di questo nuovo sogno. Dal rifugio ci abbiamo impiegato poco meno di tre ore comprese le soste, noi lo abbiamo salito in libera perché eravamo tranquilli, sicuramente a conserva corta e con qualche tiro ci si impiega almeno un ora in più.
Dopo esserci rilassati iniziamo la lunga discesa, disarrampicando dove si riesce, faremo una prima doppia dalla torre gialla, una seconda da 15m nella gola delle guide nella parte alta, una terza sempre da 15 sulla variante delle guide verso la fine e per ultima una poco prima del tratto attrezzato della cengia dei Fassani, da qui seguendo sempre a ritroso la via di salita ritorniamo al rifugio Demetz dove ci attende cordialità ed una birra gigante tra sorrisi felici! Per il ritorno ci abbiamo impiegato quasi 4 ore, sicuramente è più impegnativo della salita. La vera grande difficoltà della via è la possibilità continua di perdere la via giusta sia in salita che in discesa, consiglio di prendersi diverse ore di luce per eventuali errori e calcolare tempi di almeno 5 ore per la salita ed altrettanti per la discesa, ringrazio i miei 4 compagni Ciso, Gimmi, Giuseppe e Fabrizio, ognuno ha fatto una piccola parte omogenea velocizzando così l’intera ascensione.
Ps. Ho trovato utilissimo il report e le foto di Franz che ringrazio, ed il bellissimo report di Cri, che potete trovare qui si On-Ice
Foto 1- Sulla variante delle guide
Foto2- Nella gola delle guide
Foto3- In cresta dopo la torre gialla
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