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Diavolo di Tenda, Cresta Baroni, 13/07/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Zeno |
Regione | Lombardia |
Partenza | Diga di Fregabolgia (1900m) |
Quota attacco | 2600 m |
Quota arrivo | 2915 m |
Dislivello | 300 m |
Difficoltà | PD / III ( II obbl. ) |
Esposizione | Sud-Ovest |
Rifugio di appoggio | Calvi |
Attrezzatura consigliata | Dotazione da arrampicata su roccia facoltativa |
Itinerari collegati | Diavolo di Tenda (2915m), cresta Baroni |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Raggiunta in auto la Diga di Fregabolgia (permesso stagionale rilasciato dal comune di Carona con orari di transito da rispettare) costeggiamo l’omonimo lago fino al rifugio Calvi dove imbocchiamo il Sentiero delle Orobie che porta verso il rifugio Brunone attraverso la Val Camisana. Lascio mia mamma a leggere e riposare sulle sponde del bellissimo laghetto senza nome che precede il Passo di Valsecca (Alessio Pezzotta nel libro “Perle Orobiche” lo denomina Laghetto alle Sorgenti del Brembo) mentre io di buona lena risalgo verso l’attacco della celebre cresta S-W del Diavolo di Tenda. La via è molto frequentata e nota come Cresta Baroni in onore di Antonio Baroni ritenuto il primo salitore di questo itinerario anche se manca una relazione della prima ascensione. Non avendo neanche io una relazione in mano seguo il percorso che mi pare più logico evitando inconsapevolmente il famoso diedro di III con chiodo infisso. Le nebbie mi negano dalla vetta la grandiosa vista che da qui si gode sul gruppo Redorta-Scais ma comunque soddisfatto scendo per la via comune fino al laghetto dove, dopo un bagno ristoratore, riprendo con mia mamma il sentiero verso l’auto.
Bel percorso che non può mancare nel curriculum di un alpinista orobico impreziosito dalla pace della montagna nel pomeriggio. Mòla mia, leù! |
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