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   Corno Stella mt.3050 - Via De Cessole (Alpi Marittime), 30/06/2017
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Onicer  piccolo giò   
Regione  Piemonte
Partenza  Valdieri (Gias delle Mosche) (1600m)
Quota attacco  2700 m
Quota arrivo  3050 m
Dislivello  350 m
Difficoltà  D / IV+ ( IV+ obbl. )
Esposizione  Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Bozano
Attrezzatura consigliata  n.d.arrampicata
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo parecchio tempo ritorno su On- Ice per raccontare questa due giorni di intense emozioni in un anfiteatro naturale che dir stupendo è riduttivo, un angolo dove la natura è assoluta padrona, come appunto il Massiccio dell’Argentera gran dominatore delle Alpi Marittime, noi saliremo una cima che sta a sinistra di questo anfiteatro, il Corno Stella e per la via 'De Cessole'.
Si parte da Bergamo alle 14,30 e alle 18,30 arriviamo alle Terme di Valdieri (loc. Gias delle mosche) dopo circa un’ora e mezza siamo in vista del Rifugio Bozano.
La sera passa velocemente e alle 22,30 tutti a nanna.
La mattina le altre tre cordate di circa una quindicina di persone che assieme a noi erano ospiti del rifugio partono prestissimo, noi invece alle 06,30 scendiamo per la colazione, siamo solo noi e il gestore, quando appare e si siede umilmente al nostro tavolo un certo Patrick Gabarrou.
Persona squisita e sorridente con il quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere e prima di congedarci anche la foto ricordo.
Alle 07,30 partiamo galvanizzati da questo inaspettato quanto emozionale incontro verso l’attacco della via, la parete posta a sud ovest è in ombra e vi rimarrà fin verso alle 10,30, ci sono solo 6° gradi e perciò ci copriamo ben bene e via.
Siamo in tre questa volta, oltre al mio socio storico si aggiunge per vie traverse e all’ultimo momento anche Roberto, forte quanto simpatico alpinista, con un curriculum invidiabile alle spalle, ma la sua umiltà sarà pari alla sua abilità.
Ritornando al Corno Stella, che si staglia in tutta la sua grandezza proprio all’uscita del Rifugio Bozano, cerchiamo di memorizzare con foto e schizzi la linea di salita , poi una volta partiti , quando si ‘entra’ nella parete tutte le certezze vengono man mano a scemare, e si ricorrerà ben presto ai report che abbiamo stampato e che visualizzeremo parecchie volte, confrontandoli non sempre troveremo una unicità di indicazioni, perciò dovremo in un paio di tiri andare a naso, con caparbietà e pazienza però arriveremo in vetta felici e contenti.

p.s.La gradazione della salita IV+ a nostro parere non è molto corretta, nei due tiri centrali 6 e 7 potrebbero essere classificati V pieno, anche per la difficoltà sostenuta e non un passo singolo, e a questo proposito un sito francese di Camp To Camp lo gradano 5b – 5a obbl.
Questo per completezza di informazione.

Descrizione itinerario tratto da Gulliver.it :

Raggiungere la cengia mediana salendo il ghiaione fino sotto la verticale dello spigolo superiore del corno.
di qui con un tiro (3° - 2°) spezzabile in due, raggiungere la cengia mediana
Dal sentierino della cengia mediana salire sulla destra fino alla comoda terrazza all'attacco della via, ai piedi di un grande diedro-canale inclinato da destra verso sinistra (visibile uno spit giallo nel diedro-canale).

L1) Salire il diedro-canale (III) fino a una strozzatura, superare la fessura verticale di sinistra (IV+) e continuare nel diedro-camino (40 m)
L2) Proseguire nel canalino-rampa fino alla sosta sotto a strapiombi rossastri (III, 30 m)
L3-L4) Salire a uno spit sotto lo strapiombo, quindi traversare a destra per 60 metri su una grande placconata inclinata (III, sosta spit + chiodo all'altezza della vena di quarzo). Presente una sosta a spit anche a metà del traverso. primissimi metri del traverso spesso bagnati
L5) Superata la vena di quarzo salire il caminetto di destra (qui si incontra un'altra sosta a spit). Non seguire poi la facile e invitante rampa erbosa all'estrema destra, ma obliquare a sinistra aggirando una placca liscia e salire poi un canalino obliquo a destra che si restringe a caminetto ingombro di massi; si sbuca quindi su una placchetta inclinata e facilmente si sale alla base di un grande diedro che ha come faccia destra una grande placca di rocce nere (III, III+, 50 m)
L6) Salire la parete di rocce biancastre immediatamente a sinistra (il famigerato "mauvais pas", 22 metri, IV+, ben protetto a spit e chiodi)
L7) Continuare per la fessura (IV-), superare uno strapiombetto a destra (IV+), traversare quindi lungamente a sinistra su placca inclinata senza quasi alzarsi fino alla sosta (III+). 40 m.
L8) Traversare verso destra, superare uno strapiombetto (III+, due chiodi), salire quindi la facile placca appoggiata tendendo a destra, e arrivare così alla base di un evidente canale (sosta su masso da costruire). 50 m.
L9) Salire il canalone lungo facili placche inclinate (II, 40 m)
L10) Proseguire su belle placche articolate (III) fino a sbucare sul pianoro sommitale (45 m).
In 10' si raggiunge la croce del Corno Stella.

per la discesa:
doppie della via Barone Rampante (4 doppie da 50 metri): circa 30 metri prima delle doppie della Campia un breve tratto di corda fissa (esposto) porta alla prima sosta con catena. Con quattro doppie verticali da 50 metri (la seconda sosta è in corrispondenza della vena di quarzo) si arriva sulla cengia erbosa.

Da qui o disarrampicando o con un'altra calata si scende al sentierino della parte inferiore della cengia. Con un'ultima doppia da 50 metri (o disarrampicando) si scende fino ai ghiaioni e poi per percorso effettuato alla mattina si ritorna al Rifugio.

Meritato e breve riposo con panino e birra, poi scendiamo stancamente (almeno io) verso la macchina, carichi di un bagaglio di esperienza e di condivisione maggiore di quanto potessi immaginare……benedetta montagna!


Partecipanti: giovanni (piccolo giò) alberto (A1) roberto ( the doctor)

Foto 1 – il Rifugio Bozano con maestosa la parete in evidenza
Foto 2 – Roberto e Albertino in vetta
Foto 3 – in contemplazione




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