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   castelletto inferiore, via kiene, 12/09/2015
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Onicer  Fedora   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  vallessinella (1500m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2601 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  AD+ / V- ( IV obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  rifugio tuckett 2272
Attrezzatura consigliata  normale da roccia. utili dadi e friends medio piccoli
Itinerari collegati  castelletto inferiore (2601m), via kiene
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Prima volta per me su una via d’arrampicata in Brenta da capocordata, con l’ottimo socio Luca. Il meteo più favorevole e la voglia di provare qualcosa di nuovo e (per me) impegnativo mi spingono in questa zona. Arriviamo in auto a Vallesinella (6 euro il park) alle 7,30 e in circa 1h siamo al rif. Tuckett. Colazione, cambio d’assetto e partiamo per l’attacco. Due alpinisti incontrati ci sconsigliano la via Kiene perché il primo diedro è bagnato, consigliandoci la via Alimonta appena più a sx. Ma quella via ha il primo tiro di VI e non ce la sentiamo. Così tentiamo cmq la Kiene. Poco dopo l’attacco noto che in effetti il diedro è molto bagnato, impossibile fare aderenza con le scarpette. Così salgo appena a sx del canale, trovando un chiodo e facendo sosta dopo un tiro sui 45-50 m. Poi, torniamo leggermente a dx, riprendendo la via. Superata l’ampia cengia dove passa la via normale, ci teniamo probabilmente troppo a dx e infatti non ci troviamo più con le relazioni, e nemmeno con altri chiodi. Arriviamo a dx della vetta, su un terrazzino pochi metri più in basso. Ci “inventiamo” comunque un ultimo tiro impegnativo ed interessante su una bella paretina fessurata, che ci porta a pochissimi metri dalla vetta, comunque conquistata. In discesa, evitiamo la normale (comunque sconsigliata); percorriamo verso est il sentiero lungo una cengia per pochi minuti, finché troviamo uno stretto intaglio che porta sul versante N. Disarrampichiamo per 3-4m fino ad un terrazzino con anello di calata; con 3 doppie da 20-25 m (anelli di calata) raggiungiamo il ghiaione alla base della parete N. Per tracce di sentiero e ometti scendiamo verso ovest fino ad imboccare il sentiero 316. Da qui in 10min risaliamo al rifugio, dove avevamo lasciato gli zaini più grandi. Durante la discesa dal ghiaione purtroppo il sopraggiungere della nebbia ci ha fatto tribulare non poco a trovare il sentiero; attenzione quindi, con poca visibilità, a non perderlo! PARERE PERSONALE: Stupenda via d’ambiente, con un primo tiro subito impegnativo; ma non semplice da individuare né così logica, i chiodi sono pochi e non subito individuabili. Ma è solo il mio parere da persona non certo esperta del mestiere! Meteo buono: prevalentemente sereno fino alle 13, poi più nuvoloso e nebbioso dalle 13. Partecipanti: Fedora e Luca.
FOTO 1: Il diedro del primo tiro, salito sulle rocce in ombra appena alla sua sx, non meno impegnative.
FOTO 2: Un bel tratto verticale.
FOTO 3: In alto a sx svetta la nostra meta.
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