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Lovere Casnigo e MCR, 12/06/2025 | Tweet |
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Onicer | oscarrampica
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Gita | Lovere Casnigo e MCR |
Regione | Lombardia |
Partenza | Lovere (300 m) |
Quota arrivo | 1650 m |
Dislivello | 1700 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | malga Lunga |
Attrezzatura consigliata | nde |
Itinerari collegati | nessuno |
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Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Il mio amico Ste ha qualche problema di salute e quindi assecondo la sua proposta di gita poco alpina e che somiglia più ad un percorso da trail. Faremo insieme infatti i 30 km che attraverso i crinali dell’entroterra bergamasco, uniscono Lovere sul lago d’iseo a Casnigo dove lui risiede. Il percorso prevede circa 1700 mt di dislivello positivo e 1500 negativi. Ci portiamo da casa sua al lago dove lasciamo l’auto che lui a sera con Kati verrà a recuperare. Alle 9 siamo al porto da dove iniziamo a passeggiare sulle rive del lago ma la sensazione di essere dei pensionati ci costringe ad iniziare a corricchiare. Poco tempo e salita dopo ci fermiamo ad un bellissimo belvedere immerso nel verde che scende ad abbracciare le acque blu del lago su cui domina la mole scura e corposa della Corna Trentapassi e un poco discosto il famoso Guglielmo. Paesaggio idilliaco e bucolico, giornata splendida e luminosa. Corricchiamo traversando Sellere e il passaggio alle 9.40 sull’antico ponte di Sovere(q.375), ci permette di superare il bel torrente e ci consegna la fine dell’abitato. Ci guidano le insegne del Cammino dei Tre Laghi e della Strada Verde. Percorsi per quando correre per sentieri sarà diventato proibitivo. Chissà se diventeranno il mio futuro? Credo di no! Imbocchiamo il sentiero che sale verso il bel Santuario della Madonna della Torre che raggiungiamo venti minuti dopo con bella vista sul verde dei prati che allietano la valle e iniziando a trovare le indicazioni della nostra Alta Via delle Grazie. Bello il cortile di prato sul quale si alzano i muri bianchi. Un madonnino, ultimo vessillo della civiltà, c’introduce al bosco agghindato da mazzi di gialle e rigogliose primule e poco dopo da una bella e copiosa fonte. Un bivio a destra indica malga Lunga, un ponticello in legno, un masso erratico di chiaro calcare solcato dall’acqua e la luce che sbatte fresca e radente sui nostri passi augurandoci buona giornata. Alle 10.45 altro bivio a dx che indica anche il Bivacco dei Muri che raggiungiamo un quarto d’ora dopo, poco discosto dal sentiero. Entriamo in un bel bosco di abeti dall’aspetto dolomitico e l’ennesimo bivio ci spinge questa volta a sx ormai verso il crinale dove il sentierino serpeggia fra le gialle erbe e i cespugli viola di erica che ne tappezzano i contorni. Si vede il Lago d’Iseo e poi usciamo dal bosco e il tappeto di foglie marroni lascia il posto a meravigliosi e ondulati prati verdi. In cima ad una collinetta sta appollaiata e allungata la bella Malga Lunga(q.1235, h 11.30) che ospita il Museo della Resistenza bergamasca. Che bel posto, penso subito e salgo l’erta rampa erbosa che vi conduce. Lo sguardo si estende sul lago d’Iseo e le montagne circostanti. Leggo le varie stele e poesie che ne abbelliscono i muri e trattano dei temi tanto cari a noi che facciamo della Resistenza un periodo mitico per cui sempre e infinitamente ringraziare. Suonano anche i MCR il 25 Aprile e mi segno la data appena realizzo che è ancora da venire. Aspetto Ste che appena arriva mi dice che scenderà per cercare il cellulare che gli dev’esser caduto nell’ultimo tratto. Alle 12.30 siamo seduti, dopo il ritrovamento, a tavola davanti a due bicchieri di rosso e un piatto di tortellini preparatici dai gentilissimi e disponibili ristoratori con cui facciamo rapidamente amicizia e chiediamo info per il concerto. Alle 13 riprendiamo la nostra marcia, Attraversiamo il piazzale, con il Rifugio alla nostra sinistra, e imbocchiamo l’adiacente strada silvopastorale, direzione nord, verso il Campo d’Avena. L’ampia carrareccia scende in mezzo ad una bellissima pineta facendosi dolcemente largo nel bosco con percorso rilassante e accoglie la nostra corsa leggera alle prese con la digestione. Arriviamo così al bello spiazzo della Pozza Crus( q.1250, h13.20) con paline dedicate al grande Mario Rigoni Sterni cui è dedicato anche un sentiero nel rapporto tra cultura e montagna. Una palina racconta anche degli effetti del bostrico sui boschi a partire dal dopo-Vaja. Cinque minuti dopo appare improvvisa l’immensa e docile distesa del Campo d’Avena, luogo ameno e davvero suggestivo che meriterebbe una sosta invece della nostra deviazione veloce a sinistra per il sentierino che l’attraversa per portarci a salire in direzione del passo Triburtì. Bei calanchi allietano la vista e mi fermo a fotografare un bell’Elleboro che ne sovrasta altri tre. Chiamo lo scatto ”Armin e i suoi fratelli” ricordando i miei 4 figli. Mezz’ora dopo completiamo la risalita (con bella veduta dall’alto della grande piana del Campo d’avena, appena traversata) ai 1485 mt. Del passo Tribulì dove facciamo una piccola sosta sulle apposite panche. C’è neve in terra e tira un’aria gelida per cui ci rialziamo subito e iniziamo correndo la leggera discesa verso un’altra ampia conca che però raggiunta nei pressi di vecchie costruzioni che danno un tocco di malinconia al quadro nebbioso, non attraversiamo preferendo il sentiero che stacca a sx per salire verso la cima del Pizzo Formico. Stiamo bene saliamo di buon passo nella giornata che alterna copertura nuvolosa quasi costante a momenti nebbiosi. Dai pressi della cima ormai quasi raggiunta uno sprazzo tra le nubi mi permette di fotografare il Diavolo. Poi tutto torna a coprirsi fin quando sbuca dal biancore l’enorme croce in ferro alta 15 metri ( Pizzo Formico q. 1635, h14.30). Foto di rito e poi iniziamo a scendere correndo verso gli ameni colli della zona del Rif. Parafulmine. Dai dossi erbosi, recuperiamo l’ampio sentiero che divalla fra belle vallate verso la zona prativa e accogliente del Monte Farno (q.1250, h 15). Ancora per prati boschetti di betulle e sempre immersi nel verde che accoglie anche qualche bel roccolo, raggiungiamo in discesa la strada asfaltata dove, andando a destra, si giunge al pittoresco Santuario della Madonna d’Erbia di Casnigo. Ancora in discesa fino a raggiungere anche il Santuario della SS. Trinità, definito piccola Cappella Sistina bergamasca. Alle 16 dopo 30 km e 1700 m. di dislivello, siamo infine a Casnigo dove si conclude la nostra bella giornata agreste. Grazie Ste alla prossima corsa, alla prossima scalata. Con te è sempre bello stare.
Tornato dalla Lovere Casnigo con Ste provo a sentire se c’è un po' di gente interessata a salire a MalgaLunga per il concerto dei Modena City ramblers e alla fine il 25 aprile 2025, 80° anniversario della Resistenza, partiamo da Crema con lo Scudo, io, Giona e Mich, Giulia e la piccola Rihanna di 8 mesi e Viola di 8 anni. In più carichiamo Giamba e la sua bici. Facciamo una sontuosa e colossale colazione da Ste dove Giona e Mich ordinano di tutto in preda al loro delirio culturista…salvo poi vergognarsi perché Stefano non ci fa pagare nulla e in più ci regala un sacchetto di pane dolce ( che dimentichiamo…grrr!). Dimentichiamo anche il biglietto per parcheggiare al monte Farno che ci aveva gentilmente acquistato ( doppio grrrr..). Usciti dalla pasticceria di Nembro, salutiamo Giamba che se la farà in bici fino alla malga. Dopo un poco di viaggio saluto strombazzando in maniera esagerata un ciclista che m’importuna spaventato…avevo pensato potesse essere Giamba! Arriviamo nella zona del Farno che come paventato da Ste è preso d’assalto dalle automobili e parcheggio il mio bestione a lato strada e senza biglietto che non abbiamo il tempo di scendere un paio di km per andare a farlo perché siamo un poco in ritardo. Se passano i controlli avremo multone doppio!! Ci prepariamo e io mi metto i 9 kg di Rihanna nello zainetto sulle spalle. Gio e Mich partono di buona lena visto che devieranno anche sul Pizzo Formico, mentre la nostra piccola truppa si muove alle 11.45. E’ una bellissima giornata comunque fresca e il verde dei prati brilla felice saltando sotto il cielo azzurro macchiato di paffute nuvolette bianche. Roccoli osservano silenti i luoghi dove una volta erano protagonisti delle giornate alpine. Si inizia subito a salire su arcigne pendenze e sorprende il paso baldanzoso di viola che pare non risentirne affatto. La lascio fare..poi vedremo! Mezz’oretta dopo ad una svolta dell’ampia carrareccia il panorama si apre su colli bruni e sinuosi che ricordano il Tibet e per un ampio tratto il paesaggio rimane incantevole mentre assecondiamo la grande piana (piana della Montagnina) che sta sotto le pendici del Pizzo Formico e apre la strada verso l’ultima piccola risalita che ci porterà allo scollinamento presso il Passo del Tribulì (q. 1480, h 12.50). Viola è salita praticamente di corsa e solo ad un certo punto ha manifestato qualche attimo di cedimento. Piccola sosta e poi ripartiamo veloci perché non abbiamo tantissimo margine sull’inizio del concerto, con la vista del bellissimo Campo d’Avena proprio davanti e sotto di noi. Il sentiero devia a sx e lo assecondo ( bisognava invece per traccia apena evidente scendere direttamente dall’altra parte!) senza pensarci! Dopo un poco arriviamo ad un bivio con cartelli che nn ricordo e su cui Malgalunga nn è indicata. Cerco fra le erbe altre tracce ma non trovandone seguiamo il sentiero che ci fa perdere quota ed arrivare dopo aver traversato un bel boschetto, nei pressi di un laghetto e piccolo ricovero di cui nn ricordo il nome. Deviamo a dx secondo logica e per altro bel bosco cerchiamo di recuperare zone conosciute. Finalmente mi ritrovo e tramite una scorciatoia ci ritroviamo sulla strada vs malga Lunga lasciandoci appena a dx il Campo d’Avena e arrivando alla Pozza Crus (q. 1250, h 13.45). Ormai ci siamo, un ultimo sforzo e sulle note degli speaker che annunciano e presentano l’evento alle 14.15 arriviamo a destinazione dove ritroviamo Giamba che ci ha preceduto in bici. . E’ una festantifascista e assisto al concerto fuori dall’area riservata..ma praticamente sul palco da cui son diviso dalla sola staccionata sul quale son seduto. Alle 16.10 dopo aver salutato i gestori della zona bar che si ricordavano ancora di me ed esserci fatti la foto ricordo col cantante e chitarrista dei MCR, iniziamo a scendere traversando il magnifico Campo d’Avena alle 16.50 ed iniziando nelle nebbie che ci avvolgono la risalita vs il Passo Tribulì. Poi nel bosco la nebbia si dissipa e ne usciamo stanchi e provati proprio di fronte all’ultima scoscesa rampa prima del passo su cui ci lasciamo cadere a terra esausti alle 17.30. ma la strada è ancora lunga e le navi stanche tornano ad alzare le vele ora in leggera discesa vs la Piana che ci riaccoglie materna nei delicati colori serali. Gio e Mich sono isolati nel loro mondo e non fanno altro che parlare di Bulk…bulk or not to bulk? Io mi soffermo a fare foto a questo bucolico paesaggio di dolci colline che incrociano le loro morbide e sinuose linee componendo un quadro dolcissimo e dalle molteplici prospettive. Una pozzanghera riflette il viso mio e quello di Giulia e Rihanna e poi verde e azzurro tenue prendono il sopravvento nella dolcezza della sera che cala. Di verde in verde raggiungiamo il pulmino mal parcheggiato per le 18.30 convinti che solo un vigile fascista avrebbe potuto darci la multa in un giorno come questo. Festeggiamo l’assenza e mi libero felice del mio zaino da 10 kg. Uff, buff,puff! Foto1 io e Ste al porto di Lovere Foto2 sotto Malga Lunga Foto3 io e Ste sul Pizzo Formico |
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