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   loschiesuoi e Torre Dusso, 31/01/2023
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Onicer  oscarrampica   
Gita  loschiesuoi e Torre Dusso
Regione  Veneto
Partenza  Passo Giau  (2235 m)
Quota arrivo  2620 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Luglio 2016, vacanze estive a Caprile e la presenza del cugino Lorenzo ci porta il 21/772016 a fare una gitarella dalle parti frequentate del Passo Giau ma in un gruppo negletto e dimenticato dai più come quello del cernera. Puntiamo al Loschiesuoi che dal Passo Giau (q. 2236 m - vasto parcheggio) appare come una piramide rocciosa immediatamente a sinistra del monte Cernera, da cui è divisa dall´alta forcella Possoliva. Lasciamo il passo alle 8.30 con splendida vista sulla Ra Gusela che lo domina e le retrostanti Tofane. Davanti a noi invece fra festanti mucche al pascolo la triade torre Dusso, Loschiesuoi e Cernera con la sua doppia cima. Dal Passo, ci inoltriamo verso S per marcato sentiero 436 nonchè A.V. n 1 delle Dolomiti , e oltrepassiamo in breve la Forcella di Zonia e , dopo traversata a W del Col Piombin, raggiungiamo l´ omonima forcella ( q. 2239 m - bivio per m. Cernera, ) dieci minuti dopo la partenza. Proseguiamo ancora per qualche decina di minuti lungo il sentiero 436, che con breve discesa si addentra nella verde Val Cernera, abbandonandolo allorché si individua sulla destra un vasto canalone detritico. Nei pressi di alcuni alberelli, si nota una traccia (ometti), che stacca sulla destra (S), in direzione della già visibile Forcella Loschiesuoi. Insolito panorama verso il cristallo, dietro al quale spuntano le enormi piramidi triangolari delle Cime Ovest e Grande di Lavaredo. Risaliamo la colata detritica, cercando di seguire la labile traccia segnalata con ometti, passando sotto l’enorme e grandiosa parete verticale della Torre Dusso e approdando infine a forcella Loschiesuoi (q. 2450 m – h 9.15 ) con bella vista che si apre verso il Civetta che maestoso mostra la parete principale e i fianchi possenti. Iniziamo la risalita del ripido fianco orientale del monte, superando un gradone iniziale (I) e poi per cenge e gradoni rocciosi assai arriviamo su terreno detritico frammisto a chiazze erbose, alla solitaria vetta ( q. 2623 m , h 9.30 - libro e piccola croce rivolta al Passo Giau sul quale troviamo scritta la frase: cima negletta, solitario rifugio di camosci nel cuore del Cernera. Bel panorama vs nord dove sfilano Counturines, Fanis , le Tofane , la Croda Rossa più distante e il Cristalle che compaiono alle mie spalle mentre sollevo la vecchia scarpaccia da running completamente divelta e che mi chiedo come farò a calzare per la discesa. A est domina l’Antelao seguito dal Pelmo e in mezzo salutano più lontani Cima dei preti e l’aguzzo Duranno. A sinistra dell’Antelao, il Sorapiss e le lontane Lavaredo con Cima Undici e Dodici mentre proprio in faccia la Torre Dusso e i Lastion de Formin. Oltre la Civetta bella la vista anche a sud con Pelf Schiara Talvena Moschesin e Tamer. E poi l’ Agner a concludere il cerchio. Ammiriamo il fantastico paretone di Torre Dusso dove sale la famosa via d’arrampicata Calispera, chiacchieriamo tranquillamente e alle 10.30 prendiamo a scendere tra i prati e i saltelli rocciosi sommitali saltellando felici fino alla Forcella omonima. Poi divalliamo per sentiero fino alla F.lla Zonia( q.2230, h 11), indi in breve nuovamente all’auto parcheggiata a Passo Giau. Tre giorni dopo, il 24/7, ritorno in zona perché pensavo che il Loschiesuoi fosse la Torre Dusso e rimane quindi da salire la bella torre che si eleva così possente ed evidente dal passo. Tanto solenne da apparire inaccessibile come in realtà lo è dal versante di Selva di Cadore. Ci troviamo in una zona a cavallo tra Passo Giau e Selva di Cadore, nei pressi di Mondeval e dei Lastoni di Formin. Solitamente nella zona della Torre Dusso viene salito il Monte Cernera e vengono tralasciate altre due possibilità, come la Cima Loschiesuoi e appunto la Torre Dusso, che ricevono la visita di pochissimi esploratori. Sono stavolta in compagnia dei miei tre figli minori( 8,10,14), manca solo il maggiore. Lasciata la macchina a Passo Giau, a mezzogiorno ci avviamo per il sentiero numero 436,traversando su bei prati che fanno da verde tappeto alla torre che maestosa s’alza dietro l’incedere saltellante dei miei bimbi che non riescono a credere che saliremo lassù. Le mucche al pascolo incorniciano le nostre cime manon compaiono nello zoom che faccio incorniciando le guglie della croda da lago alzarsi oltre il muro orizzontale dei lastion de Formin. In breve e praticamente senza dislivello ci si porta a F. lla Zonia prima e alla Forcella de Col Piombin, metri 2239,poi (10 min). Splendono nel sole seppur ombreggiate da qualche nube le Tofane mentre la Marmolada è incupita e si vede appena circondata da nuvole nere e arrabbiate. Tralasciamo le indicazioni per il Monte Cernera e continuiamo per il sentiero 436 scendendo un po’ e poi continuando in piano ammirando nei grandi spazi verdi un branco di bellissimi e lucidissimi stalloni neri i cui manti mettono in rilievo l’incredibile muscolatura. Notiamo lassù in alto a destra una prima evidente forcella (Forcella Loschiesuoi) che evitiamo proseguendo sulla traccia e abbandonando il sentiero infilando invece un secondo canalone detritico piuttosto largo (Valon de le Role) ma ormai colonizzato dalle erbe che lo ricoprono, e che si restringe in alto portando a una forcella. Lo risaliamo senza traccia con Jari che perde un poco il ritmo dei fratelli più grandi sul ripido. Ci fermiamo ad aspettarlo all’arrivo in forcella(h 13) con vista verso Mondeval e Pelmo, Lastion de Formin e Bec de Mezdì e la grande piana verde del Mondeval dove venne rinvenuto il celeberrimo sito preistorico. Sono luoghi che ora sono quasi come allora perché vicini alle Dolomiti più famose e quindi dimenticati dalle mode umane e dove ancora pur nella semplicità dei percorsi si può respirare aria selvaggia. Riprendiamo a salire per il costolone con Jari che è un poco da incoraggiare perché è stanco ma anche poco abituato all’esposizione che non è notevole ma presente. Dalla forcella saliamo a destra per un pendio ripido di zolle portandoci fin sulla cresta. Ora si individua un curioso e breve canalino erboso che si insinua tra delle rocce e che porta proprio sul filo di cresta. Incoraggio Jari e gli sto vicino perché qui c’è una bella esposizione su prati molto ripidi. Standogli dietro gli pizzico il culo quando si ferma un poco disorientato e poi sorridendomi riprende a seguire i fratelli. Dalla sommità del canalino , si apre la voragine della Val Cernera, che fa una certa impressione. In ogni caso scendiamo dalla parte opposta, ancora per zolle e roccette, facendo attenzione per la forte pendenza e tornando sotto alla cresta. Contorniamo le pareti che si alzano sopra di noi sfruttando una cengia erbosa proprio sotto le rocce e arriviamo ad un pendio erboso molto ripido da risalire con fatica. Più sopra s’intuisce ormai il culmine della Torre Dusso e portandoci leggermente a destra, risaliamo le ultime zolle e roccette, montando infine sulla nostra ardita cima(q. 2620, h 13.30). Fotografo l’eroico jari che manifesta incerto un timido sorriso ma dà l’impressione che starebbe meglio altrove. In effetti la cima è abbastanza spaziosa ma anche abbastanza aerea…e lo spazio attorno a noi non manca. Fotografo i bimbi in cima e le soste d’arrivo della via Calispera (8° max, aperta da Da Pozzo) che precipita nell’aria e nel vuoto della parete sottostante. Il tempo un poco imbronciato c’induce a scendere fino a prima del pezzetto più duro ed esposto doce facciamo una piccola pausa e poi ripercorrendo in discesa gli erti prati che mettono un poco alla prova il buon Jari, raggiungiamo la forcella e la salvezza alle h 14, con Jari che ritrova il suo sorriso. Scendendo col sole che ritorna ci sediamo in un vastissimo e colorato di giallo prato di genziana e poi giù di corsa fra le macchie di rododendri e mazzi di asteroide salicina. Incrociamo un camoscio che salta su per i pendii e che immortalo nel pieno di un balzo e arriviamo in fondo al vallone riguadagnando il sentiero e le terre degli umani. Alle 14.30 telefoniamo a mamma per dire che siamo ancora vivi e tranquillamente per le 15 riguadagniamo il passo. Concludiamo la bella giornata con il gelato a Colle Santa Lucia, sulla strada del ritorno. Foto1 in cima al Loschiesuoi Foto2 bimbi e Torre Dusso Foto3 le 4 cime dal Passo Giau


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