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   Monte Bregagno dalla cresta nord, 05/12/2021
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Bregagno dalla cresta nord
Regione  Lombardia
Partenza  Strada verso l'agr. Labbio, Musso (CO)  (835 m)
Quota arrivo  2107 m
Dislivello  1450 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Pessime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Oggi tentiamo la salita al Monte Bregagno, una cima che abbiamo già raggiunto in passato, ma mai dalla cresta nord. Il punto di partenza in teoria dovrebbe essere l’agriturismo Labbio, raggiungibile tramite stradina a tratti cementata e in altri sterrata dal paese di Musso (a pagamento, ticket da 3 euro acquistabile presso il municipio tramite macchinetta gialla). Dal momento però che la domenica precedente ha nevicato a quote basse, non sappiamo se riusciremo a raggiungerlo, o se dovremo fermarci prima. Alla fine, siamo costretti a fermarci a quota 835 metri circa, perché alcune lastre di ghiaccio sulla stradina impediscono di proseguire oltre in sicurezza.
Dal punto di partenza, prendiamo un sentiero nel bosco che permette di tagliare un tornante. Ritornati però sulla strada, viste le lastre di ghiaccio, ci facciamo ingolosire troppo dal bosco anche quando non è presente un sentiero. Finiamo perciò per salire a casaccio nella vegetazione e su pendii ripidi. Tornati nuovamente sulla strada, ci rassegniamo all’idea di seguirla stando più possibile sul bordo, per evitare il ghiaccio.
Arrivati nei pressi dell’agriturismo, torniamo nuovamente sul sentiero per raggiungere la panoramica chiesetta di San Bernardo (anche qui è presente qualche tratto di neve dura o ghiacciata dove bisogna stare attenti).
Dalla chiesetta, inizia la lunga cresta nord, che inizialmente è larga e agevole. Di neve nel primo tratto ce n’è ancora poca e proseguiamo abbastanza spediti.
Da metà cresta in poi, in queste condizioni, iniziano le difficoltà, perché il manto nevoso a tratti aumenta di spessore e si sprofonda. Salendo, in questo tratto intermedio la presenza di passaggi un po’ articolati tra rocce e neve fa si che sarebbero di intralcio sia le ciaspole che i ramponi. Nonostante le difficoltà e la lentezza, teniamo duro e continuiamo a salire.
Man mano che si sale, il percorso si fa leggermente più impegnativo ed esposto. Usciti fuori dalla fascia più articolata, calziamo i ramponi per essere più sicuri.
Saliamo dunque su cresta sempre più panoramica, ma non preoccupante dal punto di vista dell’esposizione. Nel camminare cerchiamo di mettere i piedi sulla neve ventata, perché risulta più dura e portante.
Arrivati appena sopra il Rifugio Alpe Palù, nel punto in cui la cresta nord si interseca con quella che prende il nome di “Dosso di Naro”, è ben evidente davanti a noi l’ultimo tratto di cresta e la cima.
Senza pensarci troppo, continuiamo a testa bassa la salita, cercando sempre i passaggi più portanti nella neve, o dove spunta qualche ciuffo d’erba.
Arrivati nei pressi del passaggio chiave e più esposto della cresta, fortunatamente abbastanza breve, per “magia” appare una traccia scialpinistica che seguiamo (finora, non c’era ombra di tracce a salire). In alcuni punti rimaniamo sotto la cresta, anziché percorrerla integralmente.
Continuiamo con fatica la salita che effettua una sorta di semicerchio in senso antiorario, sempre su cresta, a tratti larga e in altri un po’ più stretta, ma mai ostica.
Arriviamo così sulla tanto agognata vetta, dove il panorama è notevole.
Per tornare, ripercorriamo la cresta fino al punto di intersezione con il Dosso di Naro.
Scendiamo attraverso questa facile e lunga cresta, fino ad arrivare nei pressi di una recinzione, dove prendiamo un sentierino a sinistra tracciato da ungulati.
Lo seguiamo con lo scopo di intercettare il sentiero numero 3 che proviene dal borgo di Naro, ma man mano che prosegue diventa via via più esposto, a tal punto che preferiamo fare dietro front e tagliare attraverso prati innevati, per collegarci in modo più sicuro.
Una volta sul sentiero numero 3 (qua e là appaiono dei bolli, molti probabilmente sono occultati dalla neve), lo seguiamo con lo scopo di tornare in zona agriturismo Labbio. Anche questo sentiero (battuto sempre e solo da ungulati), a sorpresa, si rivela più esposto del previsto, particolarmente nei punti in cui attraversa dei canalini dove scorrono torrentelli. Dobbiamo prestare perciò una certa attenzione.
Proseguendo, usciamo fuori dalle difficoltà e al contempo appaiono anche tracce umane. Non ci resta ora che seguirlo per arrivare, un po’ provati, all’agriturismo, per continuare sul bordo strada fino al punto in cui abbiamo lasciato la macchina.
L’escursione in sé è bella per i paesaggi straordinari, ma a nostro avviso è da sconsigliare in presenza di condizioni simili a quelle odierne, perché diventa troppo rognosa, lunga e sfiancante, più ostica di quanto pensassimo (il Bregagno, vista la sua cima rotonda, evoca nell’immaginario orde di escursionisti da ogni dove, ma da questo versante e in queste condizioni l’aspettativa si è rivelata errata). Sul sentiero numero 3 che collega Naro all’agriturismo Labbio ci è andata bene, perché nel caso ci fosse stata più neve sarebbe stato impossibile da percorrere, se non rischiando troppo. E quel punto non ci sarebbero state alternative per tornare al punto di partenza. Non a caso, su quasi tutto il percorso non abbiamo trovato tracce umane.

Foto 1: sulla cresta in salita
Foto 2: a pochi passi dalla vetta
Foto 3: in cima
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