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Monte Tabor e Cima Pianchette, 23/05/2021 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Tabor e Cima Pianchette |
Regione | Lombardia |
Partenza | San Bartolomeo in Cavargna fraz. Oggia (CO) (1090 m) |
Quota arrivo | 2167 m |
Dislivello | 1270 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Croce di Campo |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Nella zona della Val Cavargna ci mancava lo “slot” di cime sulla cresta che collega il Monte Bregnano al Pizzo di Gino, così oggi decidiamo di riempirlo.
La prima meta della giornata è il Monte Tabor e per arrivarci partiamo da Oggia, frazione di San Bartolomeo in Cavargna, raggiungibile in auto tramite una stretta e ripida stradina che parte dalla chiesa del paese. A parte il primo tratto, la salita si svolge sempre in spazi aperti e panoramici, con bella vista sulla cresta che andremo a percorrere dinanzi a noi. Passata la modesta elevazione del Pizzo di Sebol, ci portiamo sotto la ripida rampa finale che aggiriamo sulla destra compiendo un semicerchio tramite un labile sentierino che conduce in vetta. Dalla Cima, per raggiungere la sottostante Bocchetta di Sebol anziché tornare parzialmente sui nostri passi per andare a prendere l’alta via del Lario, scendiamo diretti verso la Bocchetta tramite il pendio opposto a quello di salita, valutando se la cosa sia fattibile. Appurato che il pendio non presenta difficoltà, raggiungiamo velocemente la Bocchetta, punto di partenza del percorso in cresta che il collega il Monte Tabor alla Cima Pianchette. A parte qualche breve tratto dove preferiamo aggirare un paio di passaggi un po’ più impegnativi, la camminata in cresta non presenta eccessive difficoltà, se non qualche strappo più ripido. Arriviamo così sulla Cima Pianchette sempre in ambiente molto panoramico, da cui studiamo la più complessa cresta che porta al Pizzo di Gino con l’idea di percorrerla in futuro. Per tornare, scendiamo dritti lungo la larga cresta che porta al Rifugio Croce di Campo. Da lì continuiamo la discesa, sempre in modo abbastanza diretto e stavolta ripido, per portarci sulla strada asfaltata che sale dal paese di San Bartolomeo. Per tornare a Oggia, bisogna seguire per un tratto questa strada asfaltata e al secondo tornante prendere una strada sterrata che si inoltra nel bosco e che poco più avanti diventa un sentiero, scende al sottostante torrente per tornare sull’altro versante della valle e con un semicerchio, un po’ lungo, permette di raggiungere Oggia e chiudere l’anello. Sempre belli e meritevoli i percorsi in Val Cavargna. Foto 1: la cresta che ci attende di essere percorsa Foto 2: la cresta appena percorsa Foto 3: e quella più impegnativa del Pizzo di Gino vista dalla Cima Pianchette |
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