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   Cima Venina d'inverno, 27/12/2011
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Cima Venina d'inverno
Regione  Lombardia
Partenza  carona  (1500 m)
Quota arrivo  2630 m
Dislivello  1200 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  longo
Attrezzatura consigliata  nde ciaspole e picca per l'inverno
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento E’ passato il Natale e accolgo la proposta bruciagrassi di Max di andare sul Monte Venina, in Val Brembana. Cima che con il Pizzo Zerna, e il Monte Masoni fanno da spartiacque con la Valtellina. Da Bergamo seguiamo la Statale della Val Brembana che passa da San Pellegrino,sale fino ai Branzi e poi devia per Carona, da dove partiamo alle 7.15. Traversiamo ancora al buio il piccolo e bellissimo borgo di Pagliari e solo un’ora più tardi vediamo il sole colorare d’arancio delle creste alte sopra di noi. Noi invece siamo ancora immersi nel frigorifero del fondovalle e seguitiamo a seguire la carrareccia a tratti cementata. Superata la cascata che scende dalla Val Sambuzza si continua fino ad una curva con grossa segnalazione su legno per il Rif. Longo. Prendiamo quindi il bel sentiero ma poi riteniamo inutile proseguire fino al Rifugio che ci attende alla fine del lungo e pianeggiante traverso e dominato dalla mole massiccia dell’Aga. Tagliamo su per la costa erbosa che appare soleggiata e abbastanza libera dalla neve salendo a sx del Pizzo Cigola e incontrando quasi subito un manufatto in cemento dell’Enel con divertente galleria nella roccia dove scattiamo delle foto. Salendo appare il Diavolo dietro all’Aga e invece a sx si mostra la cima del Masoni. Ora siamo nella neve e a differenza di max salgo verticalmente per raggiungere la depressione di cresta del Passo di Venina(2444m, h12) e poter così ammirare uno straordinario ed istruttivo panorama sulla Val Venina e il suo bel lago artificiale che scende verso la Valtellina e sull’immenso panorama vs nord che si apre dal gruppo del Bernina che troneggia con la sua imponenza e arriva fino alla Cima Viola. E’ mezzogiorno e mi godo la pace in solitudine beata con gli occhi persi nel vuoto, come un’aquila riscaldato dalle termiche onde di calore che arrivano dal sole. C’è un’aria tersa incredibile e tutto brilla come appena creato. A sinistra la costa leggermente innevata che seguirò per arrivare sulla cima che attende immota. Serena come me, non ha fretta ed esiste. A destra invece esplode il mondo orobico con il Rodes, il Cigola, loscais che emerge dietro e poi l’aga,i Diavoli e Poris Grabiasca e Presolana per arrivare ruotando vs destra al Madonnino che introduce le cime della Val Brembana. Max salito centralmente s’avvia vs la cima e allora parto anch’io e seguendo fedelmente la cresta alle 12.30 iniziamo l’apoteosi fotografica dalla neve di cima. Il panorama è pazzesco: sembra di stare in Himalaya dal numero di cime che si sovrappongono praticamente all’infinito. Oltre a quelle già citate si vede il Resegone e dietro il Monviso lontanissimo e oltre il Rosa appare il Cervino. I Dom e le piramidi dell’Aletschorn e del Finsteraarhorn e poi si riparte dal gruppo del Badile-Cengalo, passando dal Disgrazia e infine il gruppo del Bernina. Alle 13 inizio a scendere per nevi facili e dopo aver recuperato il sentiero-manufatto, un’ora dopo riattraversiamo la piccola e caratteristica galleria che ci riconsegna poco dopo al sentiero di salita che scende vs Carona. Salutiamo il maestoso Aga e la sua vallata dove sorge il Longo e gli voltiamo le spalle per tornare vs valle. Una bella foto alla cascata di Pagliari che dorme gelata in attesa di risvegliarsi a primavera e poco prima delle 16 nell’ombra del sole già sceso oltre le creste siamo di ritorno all’auto.
Foto1 Cima Venina dal passo foto2 in cima al mondo Foto3 mondo di cime
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