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   Pizzo Camino + Sossino, 04/08/2010
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Pizzo Camino + Sossino
Regione  Lombardia
Partenza  Schilpario  (1100 m)
Quota arrivo  2491 m
Dislivello  2000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  lang
Attrezzatura consigliata  nde qualche passaggio di arrampicata(I°+) vs il Camino
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Nell’aprile del 2008, il 17, propongo a Ste di andare a pestare un po' di neve in val di Scalve. La meta vorrebbe essere il Monte Sossino, a fianco del pizzo Camino. Alle 7.30 partiamo da schilpario in una fredda e livida mattina più invernale che primaverile. Saliamo la ripida “pista” che sale verso i pascoli di Malga Epolo che raggiungiamo poco più di un’ora dopo. Tanta neve, nubi basse e avanziamo nel white out che diventa sempre più totale. Anche la neve diventa sempre più alta a rendere faticoso il nostro lento incedere. Bagnati e sudati, non riusciamo ad avere punti di riferimento complessivi, ma limitati ai pochi metri che vediamo. Saliamo verso creste che comunque non sembrano raggiungibili per via delle pareti rocciose che le chiudono e quando la neve s’inclina e aumenta di livello cominciando a suonare minacciosa e sprofondante dico a Ste che è inutile rischiare per arrivare non sappiamo neanche dove. Siamo dispersi in un oceano bianco e per fortuna restano almeno le nostre tracce di salita a regalarci la speranza di un percorso a ritroso. Ci proviamo un poco più a destra risalendo un canalone nevoso che diventa anch’esso troppo pericoloso e allora alle 12.15 con vista un pochino migliore faccio una foto a Ste e invertiamo il senso di marcia. Non sapremo mai bene dove siano stati, anche se probabilmente siamo finiti a destra della cima, non sapendo allora la strada d’accesso vs il valico di Varicla. Alle 13.30 siamo al riparo a Malga Epolo sotto a un tetto a riprenderci un poco dagli sforzi fatti e mandar giù qulacosa: faccio una foto a Ste che pare proprio provato e cotto e poi prima di prender troppo freddo scendiamo giù veloci. Tre mesi dopo il 5/7 ritorno con Robi Gorla convinto che col bel tempo non avremo problemi. Alle 9.30 siamo a Malga Epolo e ci avviamo nell’erba alta fra molteplici fioriture gialle ma anche questa volta , non sapendolo entriamo nella conca a dx della parete principale che è completamente chiusa da una bastionata che la collega alle pendici del Camino. Proviamo vanamente a risalire qualche canalone che promette l’accesso alla cresta superiore ma intasati di neve e troppo ripidi ci sbarrano l’accesso e poi capiamo che non siamo dove dovremmo essere. Mesti anche questa volta ci troviamo sotto il Sossino alle 13.30 a cercar di capire dove stia il passaggio che permette di salire oltre la parete. Quando torniamo a Malga Epolo troviamo un signore di 72 anni che in scarpette da runner si sta riposando e gli chiediamo. Col dito ci mostra il ghiaione che avremmo dovuto risalire(noi siamo andati sui ghiaioni a dx) e il tratto iniziale, poi coperto da una quinta rocciosa, del canale che avremmo dovuto risalire per accedere al Passo di Varicla(che non si vede). Almeno abbiamo svelato l’arcano e quando gli chiediamo come mai non ci siano segni, ci risponde che ormai da lì non va su più nessuno, ma una volta il sentiero c’era. Poi lui prende a correre in discesa e noi dietro per non perdere il passo vista la sua età e a ridere fra di noi perché faticavamo a tenere il suo passo. Ma alla fine l’orgoglio prevale e arriviamo insieme a Schilpario dove facciamo i complimenti al vispo signore e io gli dico che da grande voglio essere come lui. La volta di chiudere finalmente i conti col Sossino arriva due anni dopo in una gita del 4/8 con Armin ma siccome voglio portarlo prima sul Pizzo Camino, non saliremo comunque alla scoperta del Passo Varicla e un poco mi dispiace. Parcheggiamo a Schilpario e l’Inconfondibile piramide rocciosa che domina la Val di Scalve ha la cresta accarezzata dai primi raggi del sole. Insieme al M. Sussino a NE e le Cime di Varicla - Cima Moren a SW forma un piccolo gruppo montuoso dalle incredibili fattezze dolomitiche. Anche la Presoalana è lucente e maestosa alla nostra destra. Partiamo alle 7.15 seguendo la strada forestale cementata proprio sopra il parcheggio che costeggia una recinzione ed un campo a tratti cementata (pendenze da Mortirolo!!) e a tratti sterrata arriva ai bei prati di Malga Epolo. Guardo attratto l’evidente, ora che lo so, ghiaione che sale verso il fantomatico Passo Varicla ma noi dobbiamo girare a dx e superato un dosso erboso in un’oretta dalla partenza raggiungiamo la Malga bassa di Voia (q.1569m) posta in una bella radura erbosa e abitata da 5 vitelli e un cane. Vecchi cartelli in ferro guidano in ogni direzione possibile. A noi interessa solo la scarsa traccia che traversando il campo nell’erba alta sale vs il Passo di Cornabusa. Seguendo i segnavia per tratto boscoso si sale ad un pianoro erboso con cartelli nei pressi della Malga alta di Voia, con belle viste sulle creste del Camino e sul Sossino dietro a sinistra. Il sentiero ora risale un dosso e per traccia sterrata fra alte erbe lo seguiamo fino al Passo di Cornabusa(1940m, h9.15). Subito a destra del passo in pochi minuti faccio esplorare ad Armin il bellissimo roccione di Corna Busa con il caratteristico foro nella roccia e dalla forma particolariossima. Ci fermiamo un poco in quel posto insolito e poi tornati al passo alle 10 entriamo nella conca ghiaiosa del Camino seguendo il sentiero nel'erba verso sinistra in lieve discesa che compie un arco sotto i ghiaioni nord del Pizzo Camino. Si attraversa una zona di grandi massi seguendola traccia che ripida e a tratti instabile, risale tutto il ghiaione sul lato sinistro. Giungiamo così alla base del canalone NW che piega verso destra e rimane nascosto fino alla fine. Lo risaliamo per roccette con passi di I e I+, fra grandi massi, fino a raggiungere la forcella del Camino. Dall’altra parte splendida vista sul lago di Lova e Borno. Indi verso sinistra per costa erbosa con qualche roccetta raggiungiamo in breve la piccola croce e il segnale trigonometrico a quota 2491( h 11) con bella vista sulle vicine cime di Varicla e la più lontana Cima Moren. Poi iniziamo a scendere per i canaloni scoscesi che danno sul versante del Rifugio Laeng fotografando stupende stelle alpine e con una bellissima visuale della pala erbosa del Sossino che poi andremo ad affrontare. Alle 13.40 siamo scesi alla base del Camino e seguiamo un sentierino che staccandosi a sx dal principale, devia vs il Sossino. Calano le nebbie e cominciamo per via diretta a risalire i pendii erbosi cosparsi di stupende stelle alpine, così tante che ne raccolgo una per Dani. Alle 14.15 nel grigiore lattiginoso in cui siamo immersi emerge la ferrea croce di vetta(m 2400). Non si vede quasi nulla e per cresta scendiamo in direzione della Cima di Ezendola dalla quale avrei poi voluto tornara a Schilpario. Ma dopo un’ora di saliscendi fra creste e precipizi,con visibilità nulla e non avendo chiaro dove siamo finiti e la direzione da tenere, dico ad armin che l’unica cosa che ha senso fare è quella di tornare da dove siamo venuti e quindi dover nuovamente risalire in Cima al Sossino. Affaticati dal dislivello notevole ormai accumulato (1800 m e Armin ha 10 anni!) recuperiamo faticosamente la dorsale del Sossino tagliando orizzontalmente sotto la cima a croce ormai in vista (h 15.30) e poi scendiamo per la cresta dall’altra parte cercando di perder quota il meno possibile per arrivare al celeberrimo Passo di Varicla che ho proprio voglia di vedere e finalmente scoprire. Alle 16 l’attesa che durava da anni si traduce in realtà e siamo al bellissimo e piccolo intaglio roccioso che mette in comune la Val di Scalve col versante camuno. Possiamo ora rilassarci perché finalmente sappiamo dove siamo e la discesa è a portata di mano. Dall’altra parte ci attende un canalone ripido ma assolutamente percorribile e incassato tale da renderlo invisibile. Poi superata la parete rocciosa che lo nasconde si apre davanti a noi, soprattutto per la mia gioia di aver finalmente compreso la morfologia di questi luoghi, la grande piana di malga Epolo da dove tante volte vanamente avevo cercato il luogo da cui ora stiamo scendendo. Fotografo più volte la zona per stamparmela nella mente, e poi le mucche sui prati di Epolo e poi la discesa su cemento così ripida che fanno male le ganbe a dover frenare ma alle 17.30 ci leviamo gli scarponi per gli ultimi passi sui prati di Schilpario. Grande Armin, oggi abbiamo pasato i 2000 mt di dislivello. Sei un grande.
Foto1 sossino e camino Foto 2 noi in cima al camino Foto3 noi in cima al Sossino
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