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   3 Crot e 1/2, 18/07/2008
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Onicer  oscarrampica   
Gita  3 Crot e 1/2
Regione  Veneto
Partenza  passo Staulanza  (1750 m)
Quota arrivo  2150 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nde ciaspe per l'inverno
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento
Il 19/02/07 in un pomeriggio di tempo incerto in cui mi trovo a Caprile, decido di muovermi per fare 2 passi. Salgo allo Staulanza e da lì mi muovo in direzione del Crot, ma riesco solo ad arrivare al colletto dove c’è la deviazione per scendere vs Pescul. Avanzo un poco nella neve troppo alta per il mio equipaggiamento leggero e me ne torno a casa al caldo della stufetta. Un anno dopo 27/03/2008 pensando ad una cima facile da fare con la neve, decido di riprovarci con Armin mio figlio di 8 anni. Raggiungiamo il Passo Staulanza (1765mt) per la statale in gran parte ghiacciata e in alcuni tratti addirittura innevata e parcheggiamo. Giornata e luogo sono spettrali perché il Rifugio è chiuso e sommerso dalla neve e il cielo è bigio e promette altra neve. Armin affonda divertito nella neve accumulata dagli spazzaneve a bordo strada e superate queste montagne, si mette a giocare nella neve morbida accumulata nei prati a fianco del Rifugio. Alle 9.30, ci addentriamo nel bel bosco di larici striminziti dal lungo gelo invernale e dagli abeti che col loro manto verde danno un tocco di colore all’ambiente. La vecchia mulattiera di guerra sparisce immediatamente sotto la folta coltre nevosa e sale obliquamente verso il versante occidentale del monte. Appena fuori dal primo tratto di bosco ci investe una leggera bufera di neve e chiedo ad Armin se se la sente di proseguire. In mezzo a tutta quella neve sembra un folletto del bosco con i suoi abiti colorati. Lo fotografo su un pendio nevoso avanzare coi suoi bastoncini sotto una fittissima nevicata, avanzare sprofondando nella neve ma imperterrito e alle 10.50, arriviamo al colletto presso il Col Aguscei, da cui a malapena emerge il palo segnaletico e la deviazione per scendere a Pescul. Noi dobbiamo svoltare a dx per pendii carichi di neve e poco dopo tra la neve che scende sempre fitta, vediamo l’anticima del Crot. Armin ormai affonda completamente nella coltre, si diverte ma fa veramente fatica a procedere nonostante segua la mia traccia. Gli faccio una foto seduto mentre immerso e sommerso dalla neve che scende sembra un profugo disperato…ma lui sorride sempre. Proviamo a ripartire ma ormai Armin marcia con la neve all’altezza delle sue braccia e dopo l’ultima foto ricordo su un pendio pulito dal vento, poco sotto l’anticima, alle 11.15 decidiamo di tornare. Facciamo altre belle foto nel bosco carico di neve e alle 13.30 siamo nuovamente al Passo pronti per tornare dalla pastasciutta fumante della nonna che sicuramente ci aspetta. Il giorno dopo torno da solo, ha nevicato la notte e la strada vs il passo sembra una pista da slittino. Mi fermo nella luce tenue dell’alba, a scattare straordinarie foto al Pelmo che ghiacciato abbaglia per le macchie rossastre delle sue rocce che emergono dal bianco. Slittando un poco sulle ruote arrivo comunque e lascio il Passo alle 7.30. Il bosco mi accoglie subito nella sua morsa di gelo ma di dolcezza allo stesso tempo: ciuffi di neve appoggiati alle fronde e cuscinetti giganteschi mi accompagnano nel mio avanzare come un sommergibile. La Civetta imbiancata e dorata di sole mi seduce col suo lato sud e mi soffermo a far foto ai dolci accumuli tondeggianti che si son formati ovunque e alle fonde dei larici che resistono ai carichi di neve che trattengono. Un’ora dopo passo dal bivio del Col Agusel che mi apre ad una straordinaria visione sui Lastion de Formin le cui pareti brillano di luce oltre il bianco crinale da cui io le osservo. Lottando con la neve alta guadagno la sella( h 9 ) che divide le due tozze cime gemelle del Crot e devio a sx verso la maggiore. Una visione quasi terrificante del Pelmetto nascosto da una gigantesca e minacciosa nube nera accompagna il mio accostarmi alle roccette finali coperte di neve. Arrampico con attenzione sulle facili roccette pulendole dalla neve e alle 9.30 sono in vetta (2160 mt)con il cielo che nel frattempo si è nascosto sotto una grigia coperta di nubi. Qualche foto ai frammenti di cime che escono dalle nubi e poi mi butto a corse in discesa e alle 10 sono nuovamente al Passo Staulanza. Durante l’estate successiva (il 18/07/08) ritorno con Armin e David , il secondo figlio di 6 anni per portarli fino in cima. Partiamo dal passo Staulanza alle 9.30 e ci inoltriamo nel bosco in quest’occasione verdeggiante. Armin col pile rosso e soprattutto David( al suo primo tentativo per salire su una cima) in tuta completamente rossa,sembrano due gnomi sempre sorridenti e pronti a fare scherzi coi loro amici del bosco. camminiamo lievi sulla bella stradina che s’infila nel bel bosco di abeti e alle 10.15 siamo alla conca prativa del Col Agusei dove svoltiamo a dx e rasentiamo le rocce dove i bimbi notando una caverna rapidamente s’infilano. Poco dopo arriviamo alla selletta che divide le due cime e i bimbi rapidi e lesti si mettono ad arrampicare sulle roccette di primo grado che li consegnano alla cima raggiunta alle 10.40. E’ molto coperto e le nubi vorticano nel cielo grigio aprendo e chiudendo il sipario come fossimo a teatro. Si vede poco di quel panorama a 360°, che appare sulle principali cime dolomitiche: Pelmo, Civetta, Mrmolada, Sella, Antelao, Becco del Mezzodì Cernera-Mondeval la Croda da Lago Lastoi de Formin, Rochete, Col dela Puina con, sullo sfondo, il Sorapiss e l’Antelao, ma l’ambiente è comunque grandioso. Dopo le foto di cima scendiamo un poco verso la grotta per cercare riparo dal vento e dalla pioggerellina fine fine che ha iniziato a cadere. Fanno colazione mangiucchiando quello che ci siamo portati ed è bellissimo osservarli alle prese con i wafer intabarrati nei k way e sferzati dalla pioggia che sbatte sulle rocce che li riparano. un primo piano di Da con la sua faccia da canaglia e poi prendiamo a scendere che tanto non smette più. Arriviamo al passo non so se più bagnati o più felici felici due ore dopo la nostra partenza. Una foto li ritrae sorridenti come i bimbi sanno essere quando si sentono amati dalla Natura e immersi nel suo Amore. La montagna ci ha ringraziato della visita con quella pioggia benevola che accompagna chi la ama e ci ha permesso di vivere una piccola esperienza di confronto con la natura che a volte carezza e altre volte percuote. Graaandi bimbi.
Foto 1 Armin nel bianco Foto 2 la croce di cima Foto 3 I bimbi in pausa
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