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   migogn con ile e gite con Armin, 07/07/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  migogn con ile e gite con Armin
Regione  Veneto
Partenza  ronch  (1500 m)
Quota arrivo  2499 m
Dislivello  900 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  coldai
Attrezzatura consigliata  nde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Dani (mia moglie) siccome ho delle ferie dal lavoro, mi regala qualche giorno in montagana a Caprile, a patto di portarci le due ragazze che abbiamo in affido: Ile 8 anni e Ale 17. Un giorno di inizio giugno del 2003, decido di provare a portarle sul Migogn (2400mt.), partendo da Ronch (1500mt.) amena località arroccata sotto i famosi (per la loro bellezza e per l’arrampicata sportiva) Sass de Rocia o Sassoni di Laste. Ale non è esattamente un peso piuma e sbuffa, ansima e avanza solo sotto la spinta dei nostri incitamenti, ma ad un certo punto quando il sentiero diventa troppo ripido all’altezza dei prati sommitali, l’abbandoniamo legandola simbolicamente ad un alberello e dicendole di aspettare fino al nostro ritorno. Ile, libera del peso della sorella sale rapida e veloce dimostrando notevoli doti di fondo e due ore dopo la nostra partenza siamo in cima. Foto veloci e discesa a corse per tornare quanto prima dall’Ale abbandonata. Scendiamo fino ai sassoni e lasciata alla base Alessia, saliamo con Ile alla Baita Pian delle Stelle per la ferratina che affronta senza imbrago e senza paura nonostante l’esposizione sia in alcuni tratti abbastanza accentuata. Poi torniamo da Ale e scendiamo.
Nell’estate successiva(2004) è la volta di portare Armin( il primogenito del 99) sul Migogn( la montagna di casa che diventa battesimo dell’alpinista), che a 5 anni non ancora compiuti fa subito vedere le sue doti di potenza salendo in cima da Ronch in sole 2 ore. Dalla frazione di Ronc prendiamo il bel sentiero che passa a fianco delle falesie dei Sassoni per poi continuare in un bel lariceto. Poi con ampi tornanti nel bosco che salendo diventa più ripido e rado. Armin sale bene senza flessioni nella sua marcia, solo talvolta lo faccio osservare qualche particolare del bosco o gli racconto qualcosa delle montagne o dei luoghi che vediamo. Sale imperterrito, senza mostrare fatica con le sue piccole ma massicce gambe. Successivamente con tornanti ampissimi e lunghi traversi a sinistra si entra al centro dello scivolo che scende dalla vetta. Si sale ora su terreno ripidissimo con stretti tornanti fino ad uscire sull'aerea e panoramica cresta erbosa che precede di poco la vetta. la visione sullo scuro e vulcanico lato nord è abbastanza impressionante. Armin vuole sapere quale delle due è la cima , e gli rispondo che è la terza punta che ancora non si vede. Sbuffa, ma per poco perché appare la croce e corriamo insieme sul filo di cresta fino a toccarla. Ci abbracciamo io certo più contento di lui per la sua prima cima, per la nostra prima cima insieme. E poi si apre lo zaino e lo guardo felice in mezzo all’erba mangiare i wafer immerso nei suoi pensieri, nella sua estasi di bambino, capace ancora di parlare alla Natura che lo circonda. Io lo contemplo felice. Commovente la sue foto,così piccolo abbracciato alla croce di cima. Poi scendiamo veloci perché il Civetta si fa buio e temo il classico temporalone estivo che per fortuna ci risparmia.
Qualche giorno dopo accompagnato dal nonno, lo portiamo a Ciamp partendo da Piaia, ultimo villaggio dove arriva la strada da Avoscan, a quota 1150 mt e parte la strada forestale. Seguiamo la mulattiera con indicazione per Ciamp e Sasso Bianco. Il sentiero procede a tratti anche ripidi per il bosco, dove Armin innesta il turbo delle sue corte ma potenti gambette, mettendo quasi in crisi il pur arzillo nonno settantenne. Generazioni in cammino,penso mentre li seguo, fotografo e sento confabulare tra di loro. Nei tratti più pianeggianti invece tende a distrarsi o a rallentare il suo incedere. A circa metà percorso facciamo una pausa ed Armin si mette a giocare, indaffarato, con un mucchio di sabbia. Comunque a dispetto delle 2.15 ore segnalate, arriviamo in 1. 45 ai tabià di Ciamp (1840m) , collocati su un bel prato in una conca amena con splendido panorama sulla parete nord-ovest del Civetta. Faccio una foto al nonno col nipote che è l’essenza del vivere in cui spiccano i colori della gioia. Apriamo la baita di cui Gabriella mi regalò le chiavi al mio matrimonio e cominciamo a giocare a sfalciare l’erba e a rastrellarla dopodiché prepariamo sul fuoco la pastasciutta che rusticamente divoriamo in bianco perché affamati. Ravviva ancora il nostro pomeriggio un elicottero di servizio al Rifugio Sasso Bianco e che Armin guarda arrivare, atterrare e ripartire entusiasta e affascinato. Dopo aver giocato nel fieno disposto a giaciglio e in cui Armin salta e si rotola divertito, nel pomeriggio torniamo a valle felici della passione che unisce tre generazioni.
Qualche giorno dopo tocca alla nonna accompagnarci nella visita ad una delle gemme della zona: il verdissimo laghetto del Coldai a sx dell’immensa parete nordovest del Civetta. Saliamo ai piani di Pezzè e successivamente con la seggiovia sino ai 1920 mt del Col dei Baldi da dove il panorama sulla Marmolada ma soprattutto sul Pelmo e il Civetta che sembrano così vicini da poterli toccare, è indimenticabile. Da qui(11.40) scendiamo fino a malga Pioda(mt 1815,h 12.) dove armin è attratto da delle belle mucche con cui entra prontamente in relazione come è solito ed abituato fare nei nostri giri per cascine a Cavacurta. Ripartiamo, con il sentiero che prende a salire decisamente e la nonna 65nne dimostra tutto il suo valore coprendo il dislivello fino al Rifugio Coldai(mt 2130) in una sola ora, e Armin non è da meno favorito dalle erte pendenze che tanto gli piacciono e dai tanti sassi su cui può arrampicarsi. Tutti in forma, niente pausa e saliamo veloci verso Forcella Coldai(mt 2190) per rimanere incantati una volta di più dall’incantesimo di quelle acque color smeraldo incastonate come una pietra preziosa nel verde dei prati e nel candore delle rocce dolomitiche. Scendiamo saltellanti e alle 13.20 siamo sulle rive del laghetto e scelta una posizione dall’altra parte del lago, ci mettiamo a mangiare le carote che ci siamo portate, sotto un sole che scalda e bacia di riflessi le acque poco sotto di noi. Giochiamo anche con la neve di un nevaietto residuo e poi Armin è inevitabilmente attratto dalle acque e avvisato della temperatura gelida lo lascio entrare scalzo. Non sembra risentirne e cammina felice fra le acque basse della riva. Poi gli tolgo i calzoncini per evitare che si bagni e lui vuole togliere anche la felpina in pile. E’ uno spettacolo seguire le sue evoluzioni completamente nudo sotto il sole come in un primitivo giardino dell’Eden. Gioca felice sotto i nostri sguardi di ringraziamento per il dono della sua felicità. Quasi ore di festa e alle 15.45 dobbiamo tornare, ma col rifornimento che basterà per una vita. Quasi di corsa, per non perdere l’ultima corsa della seggiovia che dal col dei Baldi ci riporta ai piani di Pezzè. Ci arriviamo appena in tempo, qualche minuto prima delle 17, corricchiando su per l’erta finale. Portiamo a valle il ricordo di un pomeriggio fatato, osservando i giochi senza pensieri di un bimbo fatato. Diventerai grande Armin, resterai grande. Ti voglio bene.
Foto 1 Ile cima migogn Foto 2 armin e nonno a Ciamp Foto 3 armin e nonna al laghetto Coldai
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