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Pizzo Salina, 13/10/2019 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Pizzo Salina |
Regione | Lombardia |
Partenza | Valgoglio (BG) (975 m) |
Quota arrivo | 2495 m |
Dislivello | 1500 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Gianpace |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Era da diverso tempo che avevamo in mente di salire sul Pizzo Salina. Ci avevamo anche provato a ferragosto di quest’anno, ma l'incredibile quantità di persone presente a Valgoglio quel giorno e l’impossibilità di trovare un parcheggio nei pochi posti disponibili, ci avevano fatto desistere e optare per un altro itinerario. Oggi, avvicinandoci a Valgoglio, riviviamo lo spettro di quel giorno quando veniamo a sapere, a nostra insaputa, che è in programma una vertical race. Tiriamo però un sospiro di sollievo nel momento in cui arriviamo alla centrale Enel di Valgoglio, perché la situazione parcheggi è meno tragica del previsto e riusciamo quindi a trovare un posticino dove posteggiare.
Ci avviamo così sul sentiero 232 che inizialmente si svolge nel bosco e sale deciso verso il Rifugio Gianpace. Da lì in avanti gli spazi si fanno decisamente più aperti e continuiamo temporaneamente a seguire il corso della valle. Poco dopo, infatti, svoltiamo a destra salendo in diagonale in direzione della lunga cresta che scende proprio dal Salina. La raggiungiamo nei pressi di una Madonnina. Una volta in cresta, giriamo a sinistra e iniziamo a puntare la vetta, su sentiero nelle prime battute ripido ma non esposto. Puntiamo così una prima cima che fa parte della cresta, denominata Corna Rossa. Nei pressi di questa vetta e poi a seguire, il sentiero in cresta si fa su diversi tratti più esposto e sebbene non estremo, bisogna prestare maggiore attenzione. Un tratto della cresta, quello più esposto, è aggirabile brevemente in mezza costa a sinistra di essa. Poco dopo, la riprendiamo per salire l’ultimo ripido tratto che conduce in vetta e che presenta anch’esso qualche tratto esposto. Un po’ stanchi, arriviamo quindi sulla panoramica cima, da cui si può apprezzare un panorama notevole, specie in una giornata così limpida come quella odierna. Per tornare ripercorriamo la medesima via di salita, tenendo immutata l’attenzione in cresta. Conclusa la cavalcata a ritroso della cresta percorriamo quasi per intero il sentiero dell’andata, concedendoci una deviazione solo nei pressi del Rifugio Gianpace. Chiudiamo perciò questa escursione che nel complesso è stata molto bella, ma abbastanza faticosa. È la cresta del Salina ad averci messo un po’ alla prova, a causa della sua notevole lunghezza concomitante alla presenza di diversi tratti un pochino esposti, accoppiata che impone di dovere stare attenti per lungo tempo. Foto 1: discesa in cresta Foto 2: poco sotto la vetta Foto 3: visuale verso il Monte Pradella dalla cima |
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