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Diavolo di Tenda, Normale,per la bocchetta di Podavitt, 08/04/2006 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | oscarrampica |
Gita | Diavolo di Tenda, Normale,per la bocchetta di Podavitt |
Regione | Lombardia |
Partenza | Carona (1110 m) |
Quota arrivo | 2914 m |
Dislivello | 1804 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | F.lli Calvi |
Attrezzatura consigliata | da escursioni |
Itinerari collegati | Diavolo di Tenda (2914m), Normale,per la bocchetta di Podavitt |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Si va formando un trio destinato a diventare quasi leggenda nei primi anni delle nostre bislacche avventure alpinistiche caratterizzate da approssimazione,disorganizzazione, equipaggiamento inadeguato ma tanta tanta voglia di divertirsi e sufficiente timore da non mettersi in guai irreparabili. E soprattutto quanto ridere. Una magnifica giornata di sole sport e avventura era il nostro motto.
La prima uscita è targata 15/06/1996 e la meta è il secondo Diavolo (quello di Tenda) dopo aver raggiunto con Robi l’anno prima quello di Malgina. Partiamo e in auto, quelli sono ancora tempi eroici, riusciamo a salire per la sterrata fin nei pressi del Lago del Prato a circa quota 1600 così che in soli tre quarti d’ora alle 8.30 siamo già al Calvi. La conca in cui sorge il rifugio è in un ambiente alpino circondato da una corona di montagne. Guardando la cuspide del pizzo che fa bella mostra di sé con a fianco il Diavolino, dal Rifugio Fratelli Calvi si prende per il Sentiero n. 225 (tratto Rifugio Calvi / Rif. Brunone del Sentiero delle Orobie), oltrepassando il piccolo Lago Rotondo sottostante il rifugio Calvi ci si dirige alle baite di Poris (m 1.988), e si risale per una buona oretta tra vallettine e rigagnoli tra il Pizzo Poris (2.716 m) e il Monte Grabiasca. Giunti ad un pianoro dove non molto distante si vede il Passo Valsecca (m 2.496), si lascia il sentiero n° 225 e si devia a sx salendo e zingzagando con buona pendenza il pendio nevoso in direzione della Bocchetta di Podavit (2.624 m), dove arriviamo un poco ansimanti a mezzogiorno . Da qui inizia la cresta che noi troviamo quasi tutta nevosa e che porta fino in cima. Poco dopo troviamo dei ragazzi in discesa che ci avvisano che farla senza piccozze potrebbe essere pericoloso e allora ci prestano le loro, con l'impegno di restituirle poi al rifugio. Poco prima della vetta un tratto particolarmente affilato ed esposto interrompe la progressione di walter e robi che più avanti di me erano intenti a prendermi in giro per la mia lentezza e se la ridevano della grossa. Io arrivo e colgo immediatamente l’occasione di rivalsa che la montagna mi offre e fingendo di comprendere e condividere le loro perplessità sul traverso dico che non devono sentirsi costretti a passare per forza: è meglio che rimaniate qua fermi ad aspettare,IO VADO e così dicendo imbocco la crestina esposta ma di neve sufficientemente morbida da permettere un passaggio in sicurezza. Presi in contropiede dal loro errore di valutazione, arrivano anche i soci e alle 13 festeggiamo insieme la prima cima della nostra nuova formazione alpinistica. Ci fermiamo lassù a contemplare il mondo per 1 ora e poi torniamo da dove siamo venuti raggiungendo nuovamente la macchina alle 18. Foto1 2 e 3 noi in vetta e al Calvi |
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