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   wilderness in Val del Piero, 04/04/2006
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Onicer  oscarrampica   
Gita  wilderness in Val del Piero
Regione  Veneto
Partenza  La Stanga  (430 m)
Quota arrivo  2716 m
Dislivello  1300 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  VII° alpini
Attrezzatura consigliata  leggeri
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento C’è un posto nelle Dolomiti che per fortuna non è conosciuto come tanti altri.
E allora nonostante sia facilissimo da raggiungere,assolutamente fantastico, è ancora raro trovarci qualcuno. Dalla statale agordina si parcheggia e in 15 minuti di percorso semi acquatico a seconda del livello del torrente che scorre nel canyon si arriva all’antro finale nel quale dall’alto precipita una cascata che rende magica e misteriosa l’atmosfera. Da vedere. Ma se si potesse risalire il verticale e bagnato toboga dal quale precipita l’acqua si arriverebbe anche alla porta d’ingresso della Val del Piero che apre la serratura segreta che conduce nel magico mondo del Burel. Per fortuna sopra al salto ci si può comunque arrivare da un sentierino laterale che parte dietro il ristorante La Stanga a quota 430 ed è quello che facciamo io e il Mot un mattino d’aprile del 1994 curiosi d’aprire lo scrigno della valle misteriosa. Dopo le immancabili foto di rito sul bordo del salto della cscata che precipita fragorosamente 20 mt più sotto alziamo lo sguardo vs la valle che va ad incunearsi nelle pareti precipiti e boscose come un serpente dalle mille spire. Dopo circa 20 minuti il sentiero si porta a destra, alto sopra la valle, ora ci si addentra sull'alto fianco sinistro della Val de Piero, sotto i dirupi meridionali della Costa Bramosa.
La traccia, ben marcata, corre ardita, spesso molto stretta, sotto alti dirupi e sull'orlo del profondo burrone nel cui fondo scorre il torrente.
Alcuni punti sono molto esposti (in uno corda metallica, da controllare). Di fronte appare l'ampio e selvaggio circo della Val del Larese e della Val de le Pale del Busnor, dominate dalle pareti della Pala Alta. Immediatamente il sentiero diventa una traccia esile ma impossibile da perdere perché passa in cengia sempre sul vuoto del fiume sottostante. Frequenti le viste su polle d’acqua blu che sarebbe bello avere il tempo di raggiungere o che fanno sognare di risalire la valle dal basso lungo l’acqua in stile canyioning. Quando ci voltiamo indietro e guardiamo dove siam passati vengono i brividi perché la traccia è proprio sospesa sul vuoto. Un incredibile sentiero da indiani. Che posto. Resti di cartelli antichi rendono il fascino del procedere entusiasmante e la dimensione esplorativa completamente appagata.
Il sentiero attraversa alcuni ripidi valloncelli che scendono dalla Costa Branosa e, quindi, risale una pala di bosco (frequente passaggio di camosci). A circa metà della salita, si possono notare a destra, in una piccola conca della foresta, i ruderi di un ricovero di pietra (Casonet de Val de Piero 660 m) dai quali è possibile scendere sul torrente ed attraversarlo per portarsi sugli impervi itinerari per le valli del Larese e de le Pale del Busnor o per la forcella Medon.
Si prosegue in salita a zig zag nel bosco, verso NE, inoltrandosi poi, in un ampio vallone (poco sotto, i resti di un altro ricovero ad altra possibilità di scendere il torrente).
Ben presto di giunge ad un torrentello che scende dalla gola del Forzelon (subito oltre inizia la traccia per il Forzelon). Si continua in quota od in lieve salita (traccia a tratti stretta, attenzione!) lambendo la base degli orridi ed altissimi burroni del Col de le Giasene e della Fratta del Moro.
Si scende a fondovalle per lastroni(corda metallica). Ora la valle si apre con visioni dantesche. A destra (Sud) scendono orride, in basso confluendo, la Val Destirada (dalle forcelle del Medon e da i Sabioi) e la Val de le Traverse (dalle Pale dei Pinei). Incombono i selvaggi dirupi del Code de i Gai, del Bosch de la Zesta e del Pulpito, dominati dalla bella parete Nord della Pala Bassa.
Di fronte si erge con impressionante imponenza, per un kilometro e mezzo, la paurosa parete sud-occidentale del Burel (sin qui 2 ore dalla Stanga).
Il percorso ulteriore si svolge su traccia spesso alquanto incerta, specie nei tratti ghioiosi o franosi. Seguire la segnalazione. A destra del Burel si scorge la forcella Oderz, la Quarta Pala e le Cime dei Pinei, ancora alta e lontana.
Passando fra grandi blocchi, che invadono il letto del torrente, si segue la ripida traccia, per un erto colle cespuglioso, portandosi a ridosso degli zoccoli dirupati che fanno da basamento alle pareti meridionali del Burel e della Pala Tissi.
Si prosegue più o meno sul lato sinistro (nord) sopra il vallone che scende dalla forcella Oderz, fino a che, quindi sotto la forcella stessa, si traversa a destra su terreno alquanto franoso. Qualche breve arrampicata su saltini rocciosi aggiunge fascino e sale ad un percorso impagabile dal punto di vista paesaggistico e poi insieme alla visione dell’innevato netto intaglio di Forcella Oderz caposaldo da conquistare , arriva anche la prima neve che rende il procedere ancora più incerto. Traversiamo boschi di piccoli arbusti lottando fra neve e rami che rendono una lotta l’avanzare e poi infiliamo il magnifico canalone nevoso che ci porterà nel magico regno della forcella un centinaio di metri più su. Ci alterniamo al comando a batter traccia nell’alto e soffice manto nevoso nel quale sprofondiamo fin quasi alla vita e poi qualche divertente passaggio sulle facili roccette finali ci consegna nel primo pomeriggio al valico di Forcella Oderz a quota 1700 mt, 5 ore dopo la partenza dalla Stanga. Scendiamo di corsa al rifugio VII° alpini e lungo la Val dell’Ardo riconquistiamo la piana bellunese,il mondo civilizzato e la possibilità mostrando la mano di tornare donde siamo venuti. Che avventura nel wilderness. Itinerario alquanto faticoso (1300 m di dislivello) di grande bellezza per l'ambiente solitario, grandiosi e selvaggio.
foto 1 io nel canalone finale foto 2 mot sulle ultime rioccette foto 3 io al rifugio vs la forcella
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