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   Corna Piana mt.2302 (cresta ovest) - Pizzo Arera mt.2512 (da nord) - Cima di Valmora mt.2198 (cresta ovest), 28/10/2017
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Onicer  piccolo giò   
Gita  Corna Piana mt.2302 (cresta ovest) - Pizzo Arera mt.2512 (da nord) - Cima di Valmora mt.2198 (cresta ovest)
Regione  Lombardia
Partenza  Valcanale (bg)  (1130 m)
Quota arrivo  2512 m
Dislivello  1780 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  ******************************
Attrezzatura consigliata  n.d.a.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Parto dal solito parcheggio in fondo all’abitato di Valcanale e mi incammino verso il Rifugio Alpe Corte, qui prima breve sosta e poi via destinazione Bocchetta di Corna Piana.
Passo le varie baite e raggiungo il laghetto e il successivo passo Branchino, qui devio verso sinistra e su sentiero bello ripido risalgo alla Bocchetta di Corna Piana.
La cresta ovest ha nel primo tratto la parte alpinistica più tecnica, poi man mano le difficoltà scemano anche se bisogna sempre restare concentrati per via della roccia moooolto friabile.
Giungo in vetta alla Corna Piana prima vetta di questa giornata, guardo tutt’intorno, mi ristoro per una decina di minuti e riparto per la vetta dell’Arera.
La giornata è freddina, (a Valcanale c’erano 5 gradi) un’ampia velatura del cielo fa trasparire appena il sole, mentre il vento si fa sentire specialmente in cresta.
Inizialmente volevo salire all’Arera per il ghiaione del Mandrone attraverso il canalino nord, poi invece sceso al Passo di Corna Piana, appena sopra il primo colletto e prima di gettarmi nel canalone, scorgo un cartello che indica salita alpinistica all’Arera in 30”, lo avevo percorso almeno 20 anni or sono e non me ne ricordavo più l’esistenza.
Praticamente si risale il crinale a est della conca sempre su sentierino ben segnato e con qualche breve passaggio alpinistico, si passa dietro il canalino nord e si ricongiunge con la linea di salita invernale nell’ultimo traverso che porta in vetta.
Mi è piaciuto parecchio ed è stata una scelta azzeccata.
Sull’Arera, mi sdraio al riparo del vento e mentre mangio controllo visivamente il restante itinerario che porta alla Cima di Valmora……. cacchio ma quanta strada ancora.
Riparto scendendo dalla cresta est, anch’essa ripida e insidiosa, puntando dritto alla Forcella di Valmora che raggiungo con non poca fatica.
Ora non mi resta che risalire l’ampia cresta/erbosa che porta all’ultimo breve tratto di facile arrampicata, me la mangio perché ho una fame bestia, ed in breve è vetta.
Giusto il tempo per ammirare il panorama visto che il forte vento ha spazzato gran parte della velatura e ‘ingollato’ qualcosa, rientro alla Forcella per percorrere l’ultimo tratto che mi riporterà a valle……poi in prossimità dei vecchi impianti mi fermerò.
Così facendo ridiscendo il ripido e infido canalone che scende a lato dell’impressionante nord della Cima di Valmora, per fortuna in parte attrezzato con funi metalliche, ‘scivolo’ letteralmente fino in basso, dove a naso lo abbandono per spostarmi verso destra puntando alla lontana ma visibile Baita Gan.
Qui mi ‘sbrago’ letteralmente sulle comode panche di legno e gustandomi ogni leccornia che mi ero salvato, compreso una freschissima birra, mi rilasso ripercorrendo mentalmente la lunga ma gratificante cavalcata odierna.
Ora, ascoltando attentamente il mio ‘corpicino’ e dopo una stagione percorsa sul ‘filo di cresta’ d’ora in poi mi rilasserò con gite più consone alla mia età……

Au revoir à la prochaine.

partecipanti. giovanni (piccolo giò)

foto 1 - cresta ovest
foto 2 - l'anfiteatro ghiaioso del Mandrone
foto 3 - parte finale per la Cima di Valmora


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