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   Jof di Montasio, 06/09/2017
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Onicer  Federico   
Gita  Jof di Montasio
Regione  Friuli Venezia Giulia
Partenza  Sella Nevea  (1500 m)
Quota arrivo  2700 m
Dislivello  1200 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Rif. Brazza
Attrezzatura consigliata  Eventuale attrezz da Ferrata per la Scala Pipan ed altri brevi ratti attrezz con cavo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Dal polo turistico di Sella Nevea, raggiungibile da Chiusaforte attraverso la Val Raccolana oppure da Tarvisio attraverso la Val Rio del Lago, risalire la stretta e ripida strada asfaltata che porta agli alpeggi del Montasio proseguendo fino al divieto di transito (m 1502, ampio parcheggio).
Dal parcheggio, seguendo le indicazioni, ci si incammina verso destra (NE) su una stradina dapprima asfaltata, successivamente sterrata, che si inoltra in lieve salita tra i verdi pascoli e con qualche tornante conduce sul dosso dov´è posto il Rifugio Giacomo di Brazzà. Alla curva prima del rifugio si prende a sinistra (N) una traccia tra i prati che, con percorso quasi rettilineo, punta verso la Forca dei Disteis, depressione erbosa visibile in lontananza proprio sotto la Parete Sud del Montasio. Il tragitto, veramente molto piacevole, si rivela faticoso solamente nell´ultimo tratto quando, in prossimità della sella, la pendenza aumenta considerevolmente. Per un ultimo tratto a tornanti, accompagnati dalla perenne presenza di un nutrito branco di stambecchi quasi addomesticati, si giunge alla Forca dei Disteis (m 2201 - ore 1,30 dal parcheggio). Dalla Forca dei Disteis si prende in direzione E un´evidente traccia che taglia il modesto ghiaione ai piedi della Parete Sud del Montasio (attenzione nell´attraversamento di eventuali lingue di neve dura), tralascia a sinistra la deviazione per il Bivacco Suringar e la Via Findenegg e si esaurisce alla base di un avancorpo roccioso che presenta un bel cengione erboso sulla sua sommità. Con l´aiuto di alcune corde fisse si attaccano le rocce e, seguendo i bolli rossi ed un´esile traccia si supera questo primo zoccolo. Passato un tratto dove prevalentemente si cammina obliquando a destra, si raggiunge un tratto di roccette e canalini (estrema attenzione se colmi di neve dura!) dove ci si deve aiutare con le mani e, al termine del quale, si mette piede sul grande anfiteatro detritico posto a metà parete. Lo si traversa verso sinistra. Con qualche svolta e restando vicini alle pareti di sinistra, si raggiunge il grande camino forato posto al vertice superiore della conca, presso il quale vi è l´attacco della famosa Scala Pipan. Poco prima si ignora sulla destra la labile traccia della vecchia via normale. Il cavo metallico e alcune staffe ci conducono così all´inizio della lunga ed ondeggiante scala oltre la quale un altro tratto attrezzato con cavo conduce sulla Cresta ESE. Facendo attenzione all´esposizione ed al terreno sporco di detriti si supera un tratto ripido oltre il quale la cresta si adagia e permette di vedere la croce di vetta. Ora, in lieve salita, si percorre la cresta un po´ di qua e un po´ di là per aggirare i punti più insidiosi e con tragitto facile ma in alcuni punti molto esposto, si raggiunge l´ampia e panoramicissima cima (m 2753 - ore 2,15 dalla Forca dei Disteis - ore 3,45 dal parcheggio) dalla quale si gode di una vista unica sulle Dolomiti Orientali, le Alpi Carniche, i Tauri, tutte le Giulie ed il Mar Adriatico.
Partecipanti: Barbara ed io
Foto 1: l'itineraro e l'altopiano del Montasio
Foto 2: la scala Pipan
Foto 3: dall'anticima la cresta da percorrere
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