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   Refuge des Ecrins (tentativo per la via estiva), 10/09/2017
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Refuge des Ecrins (tentativo per la via estiva)
Regione  Francia
Partenza  Pré de Madame Carle, Pelvoux (FR)  (1880 m)
Quota arrivo  2940 m
Dislivello  1060 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Refuge Blanc
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + piccozza, ramponi e caschetto.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Da diverso tempo ci frullava nella mente il pensiero di andare a vedere con i nostri occhi le bellezze del Parco degli Ecrins, con l’idea futura di salire in cima al famoso Dome de Neige. L’intento odierno è quello di arrivare perlomeno al Refuge des Ecrins, evitando di passare sulle zone crepacciate del Glacier Blanc e prendendo altresì la via estiva, un po’ franosa e instabile, che si sviluppa alla destra di esso. In realtà le recenti nevicate che si sono spinte ben più in basso dei 3000 metri di quota pongono seri dubbi sulla fattibilità della cosa, e infatti partiamo consapevoli che forse non riusciremo a portare a termine l’intero giro previsto.
Ci incamminiamo così dal parcheggio di Pré de Madame Carle (a pagamento, 2 euro) prendendo un sentiero che con ripetuti zig zag si solleva di quota.
Dopo avere attraversato un ponticello che permette di superare un torrente che scende dal ghiacciaio, il sentiero a tratti si fa più esposto e verticale ma al contempo più suggestivo, e in qualche passaggio è anche provvisto di catena per dare maggiore sicurezza.
Oltrepassato l’antico Rifugio Tuckett, sopra di noi vediamo il vicino Refuge Blanc, che in breve tempo raggiungiamo sempre prestando attenzione a qualche passaggio leggermente esposto.
Giunti al Rifugio, dove una confidente marmotta intrattiene gli ospiti gironzolando qua e là, proseguiamo la salita su percorso a tratti piuttosto pendente, fino ad avvicinarci al Glacier Blanc.
Saliamo fino a incrociare la via estiva diretta al Refuge des Ecrins, contrassegnata da rari bolli bianchi, che come ipotizzato in diversi punti, soprattutto nei tratti iniziali, è coperta da uno strato non troppo consistente di neve. Un po’ titubanti decidiamo di affrontarlo, e complice il fatto che dal termine della nevicata non è passato nessuno, ci tocca battere traccia prestando attenzione al percorso che è composto essenzialmente da rocce, dove quindi ogni passo deve essere valutato per non finire in qualche buco facendosi male. La progressione è quindi ora molto lenta.
Proseguendo, si alternano passaggi privi di neve ad altri in cui è presente a chiazze. Essendo la traccia molto labile e inclinata, l’attenzione è d’obbligo.
A un certo punto, inspiegabilmente, le tracce e i bolli bianchi si dividono in due parti: una si mantiene alta, un’altra scende e perde quota. Pensando di fare la cosa giusta, teniamo la traccia alta a mezza costa, fino a quando, improvvisamente, i bolli spariscono. Perdiamo ulteriore tempo nel cercare di capire dove possa condurre, ma senza successo. Rendendoci conto di essere ormai fuori tempo massimo, decidiamo così mestamente di gettare la spugna e di fare dietro front, scoprendo poi più tardi che la traccia corretta da tenere era quella che perde temporaneamente quota.
Dopo avere cullato il “sogno” di riuscire a portare a termine l’escursione nonostante le difficoltà apportate dalla neve, un po’ avviliti torniamo sui nostri passi, ma comunque allietati dalla maestosità dell’ambiente circostante.
Ripercorso il sentiero dell’andata, con l’eccezione di una variante più diretta posta sotto il Refuge Blanc, torniamo al parcheggio rimuginando sull’occasione perduta in modo un po’ rocambolesco di raggiungere almeno il Refuge des Ecrins. Sarà per la prossima volta, magari puntando direttamente al piatto forte del Dome…

Foto 1: paesaggio straordinario verso il Monte Pelvoux
Foto 2: paradiso
Foto 3: il Glacier Blanc dal sentiero estivo
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