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   capanna marinelli, 13/09/2017
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Onicer  oscarrampica   
Gita  capanna marinelli
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  alpe pedriola  (2070 m)
Quota arrivo  3036 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  rifugio zamboni
Attrezzatura consigliata  no
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Poi finalmente alle 8.30 del 27/7 sguscio fuori dal sacco e dico al bimbo cosa vuol fare ma mi risponde che preferisce riposare e così d’accordo con lui decido di partire leggero per salire e scendere il più velocemente possibile. Alle 9.15 lo bacio dormiente, chiudo la tenda e seguendo il sentiero che scende a valle ritrovo il cartello con l’indicazione capanna Marinelli 3h: due passi e l’ambiente cambia totalmente tanto da sembrare uno scherzo perché spariscono completamente sentiero e segni e obbligato a scendere il dirupo dove la traccia è stato “mangiata” dal letto della morena mi trovo nel nulla fra pietre e grosse doline dove sorridono bocche e buchi fra pareti di ghiaccio alte 40 metri. L’ambiente non è pericoloso ma incute fascino: sembra d’esser fuori dal tempo sulle tracce di Zapparoli e veramente al di là della direzione che pare obbligatoria non si ha idea di come e dove procedere. Mi fermo più volte e finalmente sul fondo della morena vedo un paletto che mi fa pensare di averli forse persi dall’inizio. Seguendo il filo invisibile di un sentiero che non c’è e i paletti che lo inventano percorrendo il fondo della morena fra vari saliscendi, appaiono dopo anche i cari vecchi segni in minio che iniziano dall’altra parte del fondo della morena. Volgendosi indietro è devastante il paesaggio che si delinea: un deserto di pietre smosse poggiate su un cuore di ghiaccio profondo ancora decine di metri ma in rapido scioglimento e sconvolgimento. Ancora qualche duna e poi si delinea con logica il percorso che prevede il passaggio sul crinale di un'altra morena che punta proprio dritta al roccione del crestone marinelli che divide il Gh. Del Monterosa dal Gh. Di Nordend. Raggiuntolo (h 10.30) lo si circumnaviga vs dx fino a che una valletta da risalire che ne introduce un'altra preceduta da un caratteristico e bel piano di verdi felci. Quest’altra valletta piegando a sx e scostandosi dal gh. Di Nordend, sale fino alla verde Selletta del Cacciatore a q. ta 2750 che raggiungo mezz’ora dopo: un vero balcone belvedere sulla est del rosa e la valle da cui provengo. Luogo ameno dove il cuore riposa e gli occhi si riempion d’infinito. Qui era possibile giungere come ho fatto io, seguendo il sentiero che per roccette di primo grado sale il fianco sx della valletta oppure (come farò poi al ritorno) percorrendo il nevaio. Ora la vista sul GH. Del Monterosa a sx, è tornata meravigliosa. Si riprende poi a salire con la vista che torna come ieri (ma dall’altro lato della valle) al Lago delle Locce e alla mole scura del Pizzo Bianco. Ora sono sopra la terminale del ghiacciaio e cammino sull’ampio e tondo crestone Marinelli, riappare il sentiero e poi improvvisamente il biancorosso nido d’aquila piccolo e nascosto fra le rocce scure. Si risale in cresta su ampi terrazzi con vista apocalittica sul sottostante crepacciatissimo gh. del monterosa e poi l’ultimo traverso per facili roccette a sx deposita sul basamento in cemento che sostiene la capanna e il mito che essa rappresenta per la storia dell’alpinismo. Sono le 12 e non senza emozione faccio cigolare la porta d’ingresso (q.3030) e m’immergo nell’austero odore di un luogo che sa di storia e di personaggi funambolici che da qui passarono per tentare la sorte sulla più grande parete europea. Assaporo in silenzio il posto e il panorama: avrei voglia di scendere verso quell’esile bianca lingua che grida senza voce di esser il canalone marinelli e che almeno in questo tratto è di bonaria pendenza ma Giona mi aspetta e non voglio esagerare. Fotografo tutto il possibile, anche un selfie con l’incredibile muro dipinto a grosse fasce biancorosse trasversali e il quadro dedicato al mito di Ettore Zapparoli. Poi saluto le cime alte su di me, il dirupato ghiacciaio delle Locce mi lancio a corse in discesa puntando ad occhio, una volta giunto in fondo all’ inizio del gh. Belvedere, vs lo zamboni: scelta che non so se ripeterei visto il terreno parecchio accidentato che mi tocca attraversare. Tornato al sentiero della civiltà non ho il tempo di chiedere a dei signori se avessero per caso visto in giro un bimbo (segnalati vari avvistamenti), che, svoltato l’angolo del sentiero, posso chiamare e riabbracciare mio figlio. Evviva, tutto ok. h 14.15. Dopo un gelato, saltando felici per prati, andiamo a smontare la tenda e felici riprendiamo la strada per la valle dove a Pecetto faccio vedere a Giona le belle case Walser che impreziosiscono il villaggio. Grazie gio. Foto1 neve nel Canalone Marinelli Foto2La Est del Rosa la capanna Marinelli


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