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   Pelmo via normale, 29/07/2017
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Onicer  cinzia   
Gita  Pelmo via normale
Regione  Veneto
Partenza  Zoppe` di Cadore  (1500 m)
Quota arrivo  3154 m
Dislivello  1650 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  rifugio Venezia
Attrezzatura consigliata  casco, imbrago e longe con moschettone. 10 mt di corda possono essere utili se quelle fisse fossero particolarmente usurate
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Anche questa salita la volevo fare da molti anni, l'ho fatta ora con Ivana.
Siamo partite dal fondovalle ma una prossiam volta opterei per il rifugio perche` nel complesso accorciare di 1.5 la salita ha senso.
al rifugio si arriva per bella mulattiera carreggiabile che si snoda tra boschi e pascoli sino ad uscire nel prati dove si trova al rifugio. ad un certo punto emerge il pelmo in tutta la sua grandezza ed e` un bel colpo d'occhio.
dal rifugio (ottima colazione con torta) si segue per un breve tratto la traccia che porta alla forcella d'Arcia sinche` sulla parte basale del Pelmo non si vedono I bolli rossi e una grande freccia rossa che indicano l'inizio della via. ci si porta quindi per ghiaie sotto la parete e ci si prepara mettendo il casco e l'imbrago.
si risalgono I gradoni rocciosi seguendo ometti e bolli sino a dove si diparte la cengia di Ball che taglia da sinistra a destra tutto il basamento sud del Pelmo. si percorre la cengia estremamente aerea con grande attenzione sia per via della sua esiguita` che per la ghiaia che la copre in molti punti. Generalmente non e` scoscesa verso l'esterno ma e` spesso molto esigua. a circa un quarti si deve scendere circa due metri su rocce poco solide, il passaggio non e` molto evidente. si passano poi I famosi passo del gatto e dello stemma che abbiamo trovato protetti da corde un po usurate, alle quali ci siamo assicurate. c'e` chi non ci si assicura, sono contenta per loro. terminate la cengia, si esce nella carega de Dio, il vastissimo anfiteatro di ghiaie racchiuso tra I contrafforti est e ovest, che si risale con fatica perche` e` molto ripido. ci si porta cosi` ad una prima fascia di rocce, che si aggira sulla destra (salendo) e quindi ad una seconda piu` consistente zona di rocce a gradoni ricoperti di ghiaia. seguendo gli ometti si superano le rocce con passaggi di I o max II grado. si entra cosi` nel vant, dove un tempo c'era il ghiacciaio, e ora una immane, lunare distesa di massi intervallati da crepacci rocciosi anche molto profondi. seguendo gli ometti si tende verso la sinistra e si giunge alla spalla, che permette di affacciarsi sul vertiginoso versante overt. Da qui si risale a destra la cresta, piu` semplice di quanto sembri dal basso, che solo al suo termine, prima di sbucare sulla cima allungata presenta un passaggio esposto su due lati e un muretto sempre esposto da superare un arrampicata (chiodo a sinistra alla sua uscita).
In cima piccolo croce e libro di vetta.
La discesa e` a mio avviso piu` rognosa della salita, complice la fatica della lunga ascensione. I gradoni rocciosi sono resi insidiosi dalle ghiaie e in discesa faccia a monte sono slabbrati e non offrono belle prese per le mani. Le immense ghiaie viste al contrario sono vertiginose ed essendo molto lisce vanno percorse con cautela e precisione. Una scivolata qui potrebbe essere problematica. Finalmente giunte alla cengia, l'abbiamo percorsa si con attenzione, ma con maggiore disinvoltura. infine I gradoni iniziali meno piacevoli che all'andata. finalmente approdate sotto le rocce basali, ci aspettava ancora la discretamente lunga discesa all'auto...
Complessivamente una grande soddisfazione e un'ascensione che somiglia a un cammino segreto in un ultramondo, il senso di isolamento nonostante la vista delle case e dei pascoli e` assoluto. Una grande montagna!
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