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Pizzo Arera dal versante nord, 08/07/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Pizzo Arera dal versante nord |
Regione | Lombardia |
Partenza | Parcheggio 1600 sopra Zambla Alta (BG) (1600 m) |
Quota arrivo | 2512 m |
Dislivello | 980 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Capanna 2000 |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo + caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Oggi è tempo di sfatare il mio personale tabù Arera dalla nord. Nonostante sia già salito in vetta in passato da questo versante, percorrendo il canalino invernale, mi manca ancora questa via, seppure ci abbia già provato due volte e per due motivi differenti ci abbia dovuto rinunciare. Oggi le condizioni e le circostanze fanno pensare che potrebbe essere la volta buona.
Pagato il pedaggio di 4 euro e posteggiata l’auto al parcheggio di quota 1600 metri sulla strada che dal camping della Plassa di Zambla conduce alla Capanna 2000, ci incamminiamo continuando a seguire la strada che da qui in poi diventa sterrata ed è vietata al transito dei veicoli. Accaldati dalle temperature elevate di questi giorni, un po’ affaticati raggiungiamo il Rifugio Capanna 2000 per poi proseguire lungo il sentiero alto dei fiori, che in qualche breve tratto riserva una leggera esposizione, ma mai realmente preoccupante. Compiendo un giro in senso orario, arriviamo dinnanzi alle severe ed alte pareti del versante settentrionale del Pizzo Arera. Percorso un breve tratto di sentiero su ghiaione, pieghiamo a destra salendo in modo più ripido, attraversando qualche tratto roccioso dove è necessario aiutarsi con le mani. Arriviamo così al temuto tratto finale che conduce in vetta, ma che oggi appare più docile e domabile. Il tutto conta essenzialmente di tre passaggi chiave: il primo è un breve traverso esposto su ghiaia, il secondo un canalino piuttosto verticale, il terzo una labile traccia di sentiero che sale molto ripida su terreno un po’ instabile ed esposto. Il primo passaggio fila via liscio più facilmente di quanto in passato pensassi, nel secondo ci vengono in aiuto alcune staffe metalliche rosse che agevolano il superamento del canalino, nel terzo abbiamo trovato di grande aiuto i bastoni telescopici per mantenere maggiore equilibrio e salire in modo più sicuro sul terreno un po’ infido. Superate tutte le difficoltà raggiungiamo così l’affollata vetta del Pizzo Arera, decisamente felici anche per il fatto di avere percorso una via posta in ambiente severo e suggestivo, sempre al cospetto della impressionante parete nord. Dopo una meritata sosta, anziché scendere dalla via normale che punta dritta la Capanna 2000, decidiamo di optare per la cresta est che abbiamo percorso diversi anni addietro, ma solo in salita. In discesa, complice la ghiaia onnipresente nei punti più ripidi, bisogna prestare una certa attenzione a mettere i piedi nei posti giusti e non scivolare. Lungo la discesa su traccia a volte evidente e a volte no, si alternano semplici passaggi di sentiero ad altri dove bisogna prestare quel pizzico di attenzione in più. Il passaggio più “complicato” è al termine di essa, poco sopra il Passo di Valmora, dove bisogna disarrampicare su una breve paretina, stando attenti a dove appoggiare i piedi al di sotto di essa. Superata quest’ultima difficoltà, raggiungiamo il sopraccitato passo, ricollegandoci così al sentiero che compie il periplo della montagna. Proseguiamo dunque in direzione della Capanna 2000 su sentiero che con qualche sali scendi ed alcuni tratti esposti dove vengono in aiuto le catene fisse, ci porta a chiudere l’anello e il nostro giro esplorativo del Pizzo Arera. A questo punto non ci rimane altro che ripercorrere la strada sterrata per fare ritorno all’auto, felici per un’escursione che riserva alcune difficoltà, ma che al contempo ripaga con scenari rocciosi e suggestivi. Foto 1: nel canalino Foto 2: sul ghiaione finale Foto 3: Il Pizzo Arera visto dall'inizio della cresta est |
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