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Zucco Barbesino, 25/06/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Zucco Barbesino |
Regione | Lombardia |
Partenza | Valtorta loc. Ceresola (BG) (1340 m) |
Quota arrivo | 2054 m |
Dislivello | 840 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Rifugio Lecco |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo + caschetto |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | La parola d’ordine oggi è “temporeggiare”, o forse sarebbe meglio dire “temporale”. Diciamo che nel caso odierno entrambi i concetti calzano a pennello. Le avverse condizioni meteorologiche previste in mattinata ci suggeriscono infatti di attendere la sfuriata degli elementi e sfruttare la quiete “dopo” la tempesta. Così, per l’escursione odierna tiro fuori dal cilindro un itinerario parzialmente ad anello che dovrebbe impegnarci relativamente poco tempo e al contempo essere interessante, puntando a una vetta molte volte sfiorata ma un po’ a torto bistrattata: lo Zucco Barbesino, dirimpettaio del più noto Zuccone Campelli.
Scoccato mezzogiorno ci avviamo dunque da Valtorta Ceresola sotto un cielo che, fortunatamente per noi, non ha più nulla da dire e offrire in termini di fenomeni estremi. Risaliamo le piste fino a raggiungere i Piani di Bobbio, per poi dirigerci verso il Rifugio Lecco, che non raggiungiamo sterzando poco prima a sinistra inoltrandoci nel Vallone dei Camosci. L’idea è quella di seguire il sentiero che porta verso la Ferrata Minonzio, e una volta giunti all’attacco di essa piegare a sinistra per raggiungere la vetta tramite breve cresta, scendendo poi dalla via normale. Ci alziamo così di quota fino ad arrivare dinnanzi alle severe pareti che fanno da anfiteatro al vallone. Per arrivare all’attacco della Ferrata bisogna percorrere un sentiero che nella parte terminale si immette in un canale ed è attrezzato con catene. Le difficoltà lungo questo tratto sono abbastanza contenute ed è inoltre possibile stare al centro di esso per abbatterle ulteriormente (in questo modo si toccano molto meno le catene e si cammina su qualche ripido sfasciume), anche se bisogna prestare attenzione a qualche passaggio che nel nostro caso abbiamo trovato ancora umido per via delle intense piogge mattutine. Una volta arrivati in cima al canale ed avere osservato le difficoltà della Ferrata, pieghiamo a sinistra seguendo alcuni bolli bianco rossi. Il sentiero che conduce in vetta non passa quasi mai sulla cresta vera e propria, ma corre appena sotto di essa sul versante occidentale della montagna. Qualche passaggio a mezza costa lungo questo tratto è piuttosto ripido e bisogna perciò prestare una certa attenzione. Poco sotto la vetta è presente anche una catena che aiuta a superare un piccolo salto di due metri. Le difficoltà dopo questo passaggio terminano e nel giro di qualche minuto ci si ritrova in cima, da cui si può godere di un bel panorama di stampo dolomitico soprattutto in direzione del vicino Zuccone Campelli, visto da una posizione insolita. Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino scendendo dalla via normale, che è assolutamente meritevole in fatto di bellezza, tra passaggi caratteristici e ottime visuali. Tornati ai Piani di Bobbio non ci resta che ripercorrere la via di salita per fare ritorno a Ceresola e chiudere così un’escursione che ci ha permesso di sfruttare ottimamente il tempo limitato a disposizione. Quella di oggi è una escursione che ci è piaciuta tanto, più di quanto potessimo immaginare. L’anello percorso lo ha reso più frizzante e meritevole. Foto 1: passaggio esposto sotto la vetta dello Zucco Barbesino Foto 2: lo Zuccone Campelli visto dalla cima Foto 3: scorcio verso il Rifugio Lecco durante la discesa |
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