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   Monte Azzaredo, Monte Tartano e Pizzo del Vento, 11/06/2017
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Azzaredo, Monte Tartano e Pizzo del Vento
Regione  Lombardia
Partenza  Tornante num. 9 per il Passo San Marco (BG)  (1605 m)
Quota arrivo  2295 m
Dislivello  840 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Balicco e Bivacco Zamboni
Attrezzatura consigliata  Normale da euscursionimo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento La costante ricerca di cime orobiche non ancora salite ci porta oggi a puntarne addirittura tre. Ogni volta che siamo saliti al Passo San Marco abbiamo sempre notato un gruppo montuoso posto tra le cime che sovrastano la Val Terzera e quelle nell’immediata vicinanza del Passo, come il Pizzo delle Segade e il Monte Fioraro. Dopo una breve indagine, abbiamo scoperto che si tratta del Monte Azzaredo, il Monte Tartano e il più nascosto Pizzo del Vento. Di relazioni a riguardo di salite passate non se ne trovano molte, ma quelle poche riscontrabili danno bene l’idea di quale possa essere il grado di difficoltà nell’attraversare le creste che uniscono le cime. Dopo qualche titubanza, decidiamo di provare a salirle.
Dopo avere posteggiato l’auto al tornante numero 9 sulla strada che sale al Passo San Marco nei pochi posti disponibili, in un contesto che per l’occasione domenicale pare più quello di un autodromo che una strada di montagna, ci avviamo sul sentiero diretto al Bivacco Zamboni.
Lasciatici alle spalle il caos motoristico saliamo con qualche zig zag fino a raggiungere dapprima il nuovo Rifugio Balicco e poi il Bivacco Zamboni, in un ambiente montano piuttosto suggestivo.
A questo punto pieghiamo a destra e continuiamo la salita fino a raggiungere la ben visibile bocchetta posta tra l’anticima del Monte Azzaredo a destra e la cima vera e propria a sinistra.
Per non perdere troppo tempo, ma soprattutto spinti dalla curiosità di tastare con mano la difficoltà del primo tratto di cresta che secondo le relazioni dovrebbe essere il più impegnativo, omettiamo la salita all’anticima e proseguiamo immediatamente alla volta della vetta principale.
I primi passi sulla cresta sono privi di difficoltà, ma giunti in prossimità dei tre speroni rocciosi già visibili dal basso le cose tendono gradualmente a complicarsi. La difficoltà maggiore è rappresentata dalla presenza di una traccia piuttosto labile di sentiero che va via via a svolgersi su terreno molto ripido, spesso erboso e insidioso. Questi tratti sono inframmezzati da almeno tre passaggi su brevi cengie rocciose dove bisogna ulteriormente prestare attenzione, usare saldamente le mani e in quello finale disarrampicare per qualche metro. Nel complesso si tratta di difficoltà alla portata di escursionisti esperti, ma svolgendosi in ambiente poco frequentato è necessaria una certa dose di calma e riflessione per scegliere passo per passo i passaggi più agevoli e non sbagliare strada. Abbiamo altresì notato la presenza di un ripido sentierino poco marcato che arrivando dalla vallata dove si trova il Bivacco Zamboni permette di salire, mediante un canalino, fino a raggiungere la cresta e tagliarne così una parte.
Superate le difficoltà su roccia, per raggiungere la prima cima, quella del Monte Tartano, bisogna salire una sufficientemente larga ma molto ripida cresta erbosa, dove quasi bisogna aiutarsi con le mani per andare su. Senza troppi patemi, raggiungiamo quindi la vetta.
Da questo punto in avanti le difficoltà sulla cresta tendono decisamente a smorzarsi. La camminata fino alla vetta del Monte Tartano e successivamente alla Bocchetta di Budria fila via veloce senza indugi, sebbene sia comunque consigliabile non prendere mai sottogamba la cosa, perché in qualche breve passaggio c’è ad ogni modo una oggettiva esposizione.
Arrivati alla Bocchetta di Budria, alla nostra destra notiamo la vicina presenza del Pizzo del Vento. Complice anche il caldo siamo un po’ affaticati, ma visto che la strada per arrivare anche su questa cima appare breve, siamo subito dell’idea di provarci.
La salita non è delle più facili. Il primo tratto di cresta, che si mantiene sempre ripida, consta di qualche passaggio roccioso piuttosto esposto e bisogna quindi prestare attenzione. Superati questi passaggi, ciò che ci divide dalla vetta è solo un breve tratto di cresta che tende ad appianarsi ma è al contempo molto esposto. Con cautela percorriamo perciò anche questo tratto e possiamo così raggiungere anche la terza vetta di giornata.
Totalmente appagati dalle salite appena effettuate, decidiamo che è tempo di rientrare. Ripercorso con cautela il tratto di salita al Pizzo del Vento, torniamo alla Bocchetta di Budria dove prendiamo un sentiero segnalato da ometti che ci riporta prima al Bivacco Zamboni e poi al Rifugio Balicco.
Non ci resta ora che percorrere a ritroso il sentiero di andata per fare ritorno al punto di partenza.
La bellezza del percorso effettuato oggi e il conseguente appagamento che ne è derivato sono andati oltre le nostre aspettative. Temevamo parecchie rogne sulla cresta, ma a parte il primo tratto da percorrere con molta attenzione, il resto si è rivelato intuitivo e alla nostra portata. Giro consigliabile a chi ha voglia di scoprire qualcosa di nuovo in terra orobica.

Foto 1: il primo tratto di cresta da percorrere per arrivare alla vetta del Monte Azzaredo. I passaggi chiave sono quelli nel mezzo della foto, dove bisogna aggirare sulla sinistra gli speroni rocciosi su terreno esposto.
Foto 2: uno dei passaggi chiave ed esposti lungo il primo tratto di cresta
Foto 3: la salita al Pizzo del Vento, anch'essa esposta
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