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   Capanna Margherita, 03/06/2019
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Onicer  flavio      
Gita  Capanna Margherita
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Staffal di Gressoney  (1800 m)
Quota arrivo  4554 m
Dislivello  2780 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Sud
Esposizione in discesa  Sud
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento La mia stagione di skialp non poteva finire con un Breithorn abortito a 40 metri dalla cima per problemi ai ramponi e con la delusione di una cima agognata per tutta la stagione e poi venerdì sfumata, a due ore dalla partenza, per forza maggiore - o minore - ma comunque sfumata.
Ed allora un giro d’informazioni: contatto Elia di Parma che ci aveva provato qualche giorno prima ed un caro amico di vecchia data, Leo, di Gressoney, che si dice disposto a riprendere sci e pelli dopo tanti anni per riaccompagnarmi per il tratto iniziale, quello durante la notte.
Voglio crederci. Alle 21 parto da Piacenza. Destinazione Val d’Aosta: Gressoney La Trinité. Obiettivo: Capanna Margherita. Lo scorso anno da Alagna, con Omar Oprandi, quest’anno da Gressoney con gli sci, da solo quando Leo ne avrà abbastanza.
Alle 1,30 ci incamminiamo da Staffal (1800 slm) di Gressoney; una stellata da commuovere, ma caldo, troppo. Scarpe da ginnastica, sci nello zaino fino a quota 2200, nel Vallone dei Moos, dove riusciamo a mettere gli sci. Nessun rigelo, una marmellata bianca. Le pelli che rischiano di staccarsi. Leo fa strada di buon passo, non sembra sia fermo da così tanti anni. Cerca di essere veloce sapendo i miei programmi che non approva, ma supporta per amicizia. Volendo ravanare meno, punto all’Alta Luce, evitando la diretta per il Canal Grande o quello dell’Aquila, come mi ha consigliato Elia la sera prima. Finalmente a 2700 compare il rigelo. Laudato sia. Sono le quattro. All’alba mi trovo al Rifugio Mantova, Leo mi saluta e decide di scendere. Ha fatto anche troppo. L’alba è uno spettacolo. Una corona spaziale di cime. Con la “S” maiuscola. Dio c’è, e si vede tutto.
Mi sento bene, continuo a procedere di buona lena. Davanti a me ho due persone con le pelli, le raggiungo lentamente: Sebastian e Jorge, catalani. Hanno dormito nell’invernale e salgono al Colle del Lys per scendere a Zermatt. Ora il fondo è un biliardo perfetto. Continuo a salire senza rampant. Ignoro la Balmerhorn e la traccia per la Vincent. Tra una quarantina di minuti, puntassi alla Vincent, sarebbe tutto finito. Ma non mi basta. O tutto o niente, oggi. Al Colle del Lys una cordata scende dal Naso del Lyskaam. Merletti di ghiaccio incandescenti al sole. I due spagnoli spellano e iniziano a sciare sotto il Lyskaam. Una Red Bull è quello che ci vuole. Proseguo, brezza. 4500. slm. Ora serve il piumino. Colle Sesia. Tre skialper tedeschi stanno già scendendo facendomi capire che il fondo è perfetto. Il traverso finale senza ramponi e l’apoteosi. Ce l’ho fatta. Quota 4554 slm. Anche quest’anno ho colto la Margherita. Scacciando un po’ di fantasmi. Provando a me stesso che se voglio, riesco. Anche io. Mi sento finalmente maggiorenne.
Sono le 9,45, due foto, una barretta di aminoacidi ramificati, una manciata di noci e zenzero e giù, prima che il sole mi rovini tutto. Fino a quota 3500 è un orgasmo sciatorio. Peccato che scenda con il freno tirato, un po’ perché la benzina è quasi finita, un po’ perché in giro c’è veramente poca gente. Anzi praticamente nessuno. Prima due dita di farinella su firn, poi firn di altissima qualità, infine crema d’imperiale pasticceria. Alle 11,30 sono al Rifugio Mantova. La neve comincia mollare troppo. Fa davvero caldo, fuori e dentro di me. Sono scarico; un cencio strizzato da stendere. Mi corico una mezz’ora su un sasso, anche se so che il sole me la farà pagare. Poi riprendo scendere. Sotto i 2700 un calvario. Si perde quota, non è più sciare. Granita. Sfondando ovunque. Sperando che la neve finisca.
Alle 13,30 recupero le scarpe da ginnastica, dietro al paletto delle piste vicino al Gabiet. Giù a piedi sui prati tra i crocus ed alle 14,45 sono a casa di Leo davanti ad una tazza di caffè.
La mia stagione 2018-2019 di skialp va in archivio.
Circa 8 ore per salire.
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