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   Torrione di Mezzaluna, 10/02/2019
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Onicer  mario-bi      
Gita  Torrione di Mezzaluna
Regione  Lombardia
Partenza  parcheggio di Fenile, Val Gerola  (1238 m)
Quota arrivo  2250 m
Dislivello  1015 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento In morte di Andrea Poggi

Abbiamo appena lasciato Andrea Poggi al suo Destino. Travolto dalla Valanga, l'abbiamo salutato (si dice, senza sapere cosa diciamo), in una chiesa stracolma dove a dominare era lo sconcerto. Moltissimi gli occhi che cercavano di ragionare, moltissimi quelli a cercare l'indicibile, molti a piangere, altrettanti gli sbarrati, gli increduli. Tutti lì a cercare, a portare la propria pena e possibilmente la propria compassione, per combattere lo strazio di chi soffre, con l'inadeguatezza e l'incapacità dell'umano. Più che di musica (anche i canti e le chitarre ci provano), ci sarebbe bisogno di poesia e di un miracolo. Se fossimo certi del Paradiso tutti vorremmo accompagnarlo. Ma non ci sono file; nessuno pretende il numero e mi vien da scrivere, qui ed ora, che pochi sarebbero quelli che vorrebbero essere inchiodati in quelle quattro assi e partire (con lui) per il luogo della Felicità Eterna. Il curato, l'officiante, il prete, ha appena tentato di dar risposte e speranze a chi sopravvissuto soffre di questa morte e ne soffrirà ed io, che ero lì per tentare di capire e a ragionare con gli occhi e tra gli occhi, le ho sentite vane. Non sono credente; stavo lì a testimoniare con la presenza “la partecipazione al lutto” cercando una visione che desse caratteri a quell'aldilà che l'Andrea avrebbe raggiunto. Tutti, credenti e non, abbiamo salutato (si dice), ma la natura umana che non sa di addii ha bisogno di fede mentre per me, l'idea che l'Andrea “non ci sarà più”, è solo pragmatica e si ferma in gola. Il Caso e gli Dei se lo sono preso, non di certo il Destino e da “Quello che tutto Sopravvede e Coordina” a noi che tentiamo di capire il senso di questa morte e la nostra che verrà, non sono venute risposte. Forse all' Andrea dovremmo assimilare chi Senza Nome muore ogni giorno in mare, chi senza nome muore per fame e chi ancora senza nome muore ogni giorno nelle centinaia di guerre in corso e chiedere, pretendendo una risposta, a chi Tutto Coordina ed Imperscrutabile Soprassiede, perché lascia che tutto ciò accada.
Qual è il senso, e pretendere (ripeto) qualcosa di comprensibile per noi umani, piccoli, meschini, ipocriti, incapaci ed inadeguati. Se non capiamo ci deve bastare la Fede, dice il curato ma è qui ed ora che noi dobbiamo capire una morte, decine e decine di migliaia di morti, e continuare a vivere. E' qui ed ora che dovremmo spiegare a chi lo ha amato perché stavolta è toccato a lui e il perché di tanto strazio. Di tanto dolore.

Giornata al Torrione di Mezzaluna che, per noi viventi, è solo “il giorno dopo”.
L'Andrea è qui con noi, “ci obbliga” a pensarlo e, come umani, a ripensarci . Ci obbliga alla vita e al pensiero della morte. Alla sua assenza e alle nostre paure. Anche questi sono “esercizi spirituali” che non vorremmo fare ma che dovremmo invece imparare a fare ed anche al più presto. Ma noi, piccoli e umani, che ancora possiamo scrivere di domani, già domani passeremo oltre. Noi siamo vivi e abbiamo ben altro da fare. Né ci basta pensare che un Dio Misericordioso sa quel che fa e che saprà cosa fare. Certo, se non vi fosse sarebbe anche per noi che non lo crediamo, una bella fregatura, ma fino a quel giorno là, noi viventi, non lo sapremo. E in quanto alla Vita e alla Felicità Eterna che sempre s'affianca alla possibilità di una Dannazione, cos'è che fin qui abbiamo pensato? Una vita breve, un lampo per l'Andrea e comunque una messa alla prova anche per tutti noi e poi la Fine e per qualcuno anche la Dannazione Eterna? Chi la blandisce, chi la predica, sa cosa sta dicendo? Che cosa vi potrebbe essere di più inumano? Solo la Misericordia potrà salvare questo Dio e salvarci. Solo così potremo farci carico delle nostre sofferenze, inetti e fallibili, in attesa che venga quel giorno. Se così sarà, tutti ritroveremo i nostri cari, chi ha sbagliato e chi no, senza alcuna esclusione, e Lui, il Dio dell'Universo o degli Universi neanche dovrà spiegare il perché.
Non ci resta quindi che lottare contro l'inadeguatezza del nostro sentire, contro il nostro “Io”(nostro dio?) che ci governa, accettando in primo luogo sia la sua presenza, sia l'insopportabile che ci portiamo dentro e poi esporsi all'Altro, nel Bene e nel Male, cercando un'uscita e l'interruzione dell'orrore insensato che accompagna la nostra esistenza, certi che la nostra unica speranza sia la condivisione nella consapevolezza. Ero lì per capire cosa mi legasse a lui e cosa “questa morte” stesse scatenando in me. Testimoni di altre morti non saremo più gli stessi. E dopo esserci chiesti perché così e perché proprio lui (e talvolta anche perché non a noi) non ci resta che pensare a chi ci ha preceduto e a tutto quello che ci hanno lasciato. E così sia.
Oscar Beletti anche Mario-bi.
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