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Punta delle Oche e Sponda Vaga, 28/01/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Punta delle Oche e Sponda Vaga |
Regione | Lombardia |
Partenza | Lizzola (BG) (1285 m) |
Quota arrivo | 2120 m |
Dislivello | 1030 m |
Difficoltà | MSA+ |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Farinosa |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | A distanza di poco tempo dall’uscita sullo Sponda Vaga oggi torniamo in quel di Lizzola, ampliando e allungando leggermente l’escursione alla volta del Colle delle Oche. Se andare poi a sinistra verso la Punta delle Oche o a destra sul Monte Barbarossa lo decideremo in un secondo momento.
Rispetto alla domenica precedente, oggi le condizioni meteo si prospettano migliori, ma soprattutto Eolo più clemente. Conclusi i preparativi di rito, ci avviamo verso la Valle dell'Asta accompagnati da una moltitudine di escursionisti. La pioggia di un paio di giorni prima che si è spinta fino a 1500 metri di quota e la successiva rigelata hanno lasciato il segno sulla traccia di salita, che è dura e scivolosa. “Quelli bravi” ne fanno a meno, mentre noi dopo qualche impaccio sui primi traversi pendenti optiamo per i rampanti. Proseguiamo dunque la salita attraverso la Valle dell’Asta alternando tratti comodi a brevi traversi dove prestiamo più attenzione, visto che vediamo qualcuno davanti a noi scivolare con facilità. Dalla Baita Alta in su inizia gradualmente a vedersi un sottile strato di neve nuova che rende la traccia più morbida e facile. Giunti al bivio per lo Sponda Vaga, noi tiriamo dritti nel vallone piegando gradualmente a sinistra e dopo un ultimo traverso arriviamo dinnanzi al “canalino” che conduce al Colle delle Oche, da cui affiorano molti arbusti, stante l’innevamento non ottimale. Le pendenze qui si fanno sentire per noi e si traducono in una certa difficoltà nell’effettuare le inversioni. Ma teniamo botta e pian pianino arriviamo anche noi all’assolato nonché affollato Colle delle Oche. A questo punto la decisione sul dove dirigersi pende a sinistra, verso la Punta delle Oche, che appare più vicina e meno complessa della salita al Barbarossa, ad ogni modo quest’ultima largamente frequentata. Considerando che la prudenza non è mai abbastanza, personalmente tiro fuori dallo zaino e calzo i ramponi che mi sono appositamente portato per l’occasione di percorrere la breve e facile, ma un pochino esposta cresta che porta in vetta. Portata a termine la “missione”, ci mettiamo in assetto da discesa e puntiamo al pendio già segnato dai passaggi che scende dal tratto iniziale della cresta che porta alla Punta delle Oche, inizialmente un po’ ripido e gelato. A una certa titubanza iniziale fa seguito una sciata nel vero senso della parola, che ci conduce sotto le pareti del Barbarossa dove la neve è farinosa. Persa un po’ di quota, notiamo che sulla sinistra c’è una traccia di salita posta un centinaio di metri più in alto rispetto a quella che si trova appena sopra alla Baita Alta, diretta allo Sponda Vaga. Abbiamo la netta sensazione che andrà a ricollegarsi con quest’ultima e così ci fermiamo per rimettere le pelli. Effettuato qualche zig zag su terreno ripido, constatiamo che in effetti è come sperato. Arrivati a monte della seggiovia che collega la Pista del Sole, svoltiamo a destra e in breve tempo siamo anche sulla Cima dello Sponda Vaga. Tornati all’arrivo della seggiovia, ora non ci resta che fare ritorno a Lizzola tramite le piste, non prima però di una meritata e lunga pausa al soleggiato Rifugio Mirtillo. Nel complesso una bella escursione scialpinistica, coronata dal meteo ideale. PS Un saluto agli onicers Merdextreme e Gattodimarmo incontrati lungo la salita. Foto 1: Colle delle Oche e cresta di salita al Barbarossa Foto 2: temerari in discesa dalla Punta delle Oche Foto 3: arrivo sullo Sponda Vaga |
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