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Passo San Marco, 24/12/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Passo San Marco |
Regione | Lombardia |
Partenza | Mezzoldo loc. Ponte dell'Acqua (BG) (1315 m) |
Quota arrivo | 1992 m |
Dislivello | 685 m |
Difficoltà | MS |
Esposizione in salita | Sud |
Esposizione in discesa | Sud |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Discreto |
Commento | Viste le condizioni di innevamento non ottimali sulle Orobie e la contemporanea mancanza di tempo per “emigrare” verso lande dove le perturbazioni passate sono state più generose in termini di innevamento, come prima uscita della stagione sugli sci giochiamo il jolly del Passo San Marco, che in base alle relazioni lette su questo stesso sito parrebbe un’escursione in buone condizioni.
E in effetti, arrivati in località Ponte dell’acqua sopra Mezzoldo, l’innevamento sulla strada ci appare subito regolare fin dalla partenza. La situazione più “critica” è subito dopo il secondo tornante, appena prima di entrare nel breve tratto di bosco, dove lo spessore del manto è ai minimi sindacali e in qualche passaggio si intravede l’asfalto. La perturbazione in arrivo nel mentre che sto scrivendo dovrebbe però sistemare il tutto. Superata la breve fascia boscosa, non ci sono più problemi di sorta. Per salire cerchiamo di stare sul bordo della strada, dove la traccia di salita non è lavorata dalle motoslitte che fanno su e giù e risulta perciò maggiormente scorrevole. La giornata oggi è di una limpidezza assoluta e la temperatura è di diversi gradi sopra lo zero, complice la presenza di una robusta alta pressione. Salendo di quota, si fa sempre più insistente una brezza di vento proveniente da nord, attivata probabilmente dalla marcata differenza di temperatura tra i versanti in ombra appena dietro il Passo San Marco e quelli più soleggiati e tiepidi rivolti sulla bergamasca. Superato il Rifugio San Marco 2000, continuiamo con regolarità la nostra salita. Dopo l’ultimo tornante che svolta a sinistra, ci immettiamo sul rettilineo che conduce al Passo e che si svolge sotto i ripidi pendii che scendono dal Pizzo delle Segade, piuttosto magri in termini di innevamento e perciò sicuri sotto l’aspetto del pericolo valanghe. Complice proprio la presenza di poca neve, alcuni tratti scoperti di tali pendii hanno scaricato e continuano a scaricare sassi lungo la strada. Teniamo dunque a mente che in discesa dovremo cercare di stare più a destra possibile, per evitare di rovinare le solette degli sci. Su pendenze modeste raggiungiamo il Passo San Marco, dove sono presenti lastre di ghiaccio qua e là. Cambiato assetto, ci prepariamo alla discesa che nel primo tratto si svolge su neve dura, a volte ghiacciata, e dunque rumorosa sotto gli sci. Dal Rifugio San Marco 2000 in giù l’azione del sole e delle motoslitte si traduce in una neve più morbida lungo la strada. Durante la salita avevamo paventato di scendere lungo i pendii sottostanti il rifugio che parevano in buone condizioni, con un morbido e sottile strato di neve che poggiava su fondo duro. Durante la nostra discesa, avvenuta nel primo pomeriggio, abbiamo trovato questi pendii già rigelati, duri e “nervosi” sotto gli sci. Abbiamo così preferito proseguire per la strada. Il resto della discesa, sempre su strada, è una piacevole formalità. Nel complesso, possiamo essere soddisfatti della nostra prima uscita stagionale sugli sci, senza troppe pretese. Foto 1: lungo la salita Foto 2: ciclista coraggioso Foto 3: Passo San Marco |
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