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Pizzo Tresero (tentativo), 02/04/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Pizzo Tresero (tentativo) |
Regione | Lombardia |
Partenza | Parcheggio Forni, S. Caterina Valfurva (SO) (2160 m) |
Quota arrivo | 3300 m |
Dislivello | 1210 m |
Difficoltà | BSA |
Esposizione in salita | Nord-Est |
Esposizione in discesa | Nord-Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Dopo averne tanto sentito parlare nel corso di questi anni, è arrivato anche per noi il momento della prima salita scialpinistica di sempre nella zona dei Forni. Visto che l’annata nevosa è stata magra e corre un po’ dappertutto la voce che quella al Tresero sia la salita della zona messa nelle condizioni migliori, non esitiamo nel sceglierla come nostra meta.
Partiamo dal piazzale posto sotto il Rifugio dei Forni e calziamo gli sci appena dopo la diga, visto che il manto nevoso è più che sufficiente e regolare. Ci addentriamo nella valle in direzione del Rifugio Branca salendo gradualmente, ma senza raggiungerlo. Pieghiamo invece a destra proseguendo su pendenze ora più ripide, avanzando su neve a tratti gelata. Ci immettiamo nel suggestivo canalone dell’Isola Persa meditando se mettere i rampanti sotto gli sci, perché alcuni tratti lavorati dal vento lasciano intravedere un po’ di ghiaccio. Teniamo però “duro”, sapendo che al termine di questi strappi ci attende un tratto con pendenze più abbordabili. Proseguiamo quindi in direzione del colle posto tra la Cima San Giacomo e il Tresero, preoccupati del fatto che, a parte per qualche breve frangente, fitti addensamenti nuvolosi non lasciano spazio a durature schiarite. Del resto non siamo sorpresi, perché l’analisi delle mappe meteorologiche da giorni faceva presagire tale evoluzione in zona. Dopo esserci debitamente coperti per via di fredde raffiche di vento che ci infastidiscono, continuiamo la salita immersi in un ambiente climatico sempre più ostile. Complice anche una certa ripidezza del pendio, decidiamo per precauzione di mettere i rampanti, non sapendo esattamente cosa ci attenderà di lì a poco. Sfortunatamente però la nostra progressione, così come quella di altre persone che a breve distanza da noi condividevano l’ascesa, terminerà da lì a poco, appena dopo essere entrati nella fitta nebbia con visibilità pressoché nulla. Ci rendiamo conto che non ha senso andare avanti con tali condizioni, specialmente considerando che per noi questo itinerario e del tutto inedito ed essendo su ghiacciaio può riservare insidie. Mestamente e con un certo sconforto giriamo così i tacchi, e dopo avere cambiato assetto affrontiamo la discesa che nella prima parte si svolge su un terreno piuttosto gelato. Perdendo quota, invece, ne esce fuori un’ottima sciata su neve levigata al punto giusto. La sensazione è quasi quella di trovarsi in pista, specialmente nei tratti dell’Isola Persa. Più in basso la neve si ammorbidisce, ma rimane comunque buona. Facciamo dunque ritorno al parcheggio accolti da un fitto rovescio di neve, sollevati dal fatto di avere compiuto una delle più belle sciate della nostra esperienza scialpinistica. L’appuntamento per la cima è solo rimandato! Foto 1: spunta il Gran Zebrù Foto 2: nei tratti soprastanti il canale dell'Isola Persa Foto 3: un raro momento di schiarita verso la Punta Pedranzini e il Tresero lascia intravedere quanto sia affollata la via di salita |
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