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   Monte Vigna Vaga,Fontanamara e Ferrantino, 19/02/2017
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Onicer  oscarrampica      
Gita  Monte Vigna Vaga,Fontanamara e Ferrantino
Regione  Lombardia
Partenza  Colere, loc. Carbonera  (1050 m)
Quota arrivo  2332 m
Dislivello  1500 m
Difficoltà  MS+
Esposizione in salita  Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  Monte Vigna Vaga (2332m), da Colere
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Mentre i miei figli iscritti al corso sci scivolano sulle piste in compagnia di amici e maestri, io come domenica scorsa, quando m’ero arenato senza più forze a quota 2000 dopo un paio d’anni senza scialpinismo e sotto il peso di uno zoccolo di neve devastante, calzo gli sci da Colere e mi dirigo verso malga Polzone dove arriva la seggiovia di cui evito d’usufruire. Parto piano memore della disfatta di 7 gg prima il 19/02/2017 e in un’oretta arrivo al Pian di Sole dove sottopassata a dx delle piste la rete protettiva, m’infilo nel silenzio nella pace e nella quiete del bosco. A differenza di una settimana fa la pista è battutissima e non mi si forma lo zoccolo sotto lo sci e così salgo fiducioso entrando in Val Conchetta nella corona di cime che vanno dalle creste del Vigna Vaga a sx, passando per il Pizzo e la cresta che porta alla Croce di Pizzo Petto. Stavolta la traccia vs il Vigna Vaga c’è e mi butto nel vallone a sx riprendendo a salire rapido solo sotto il Passo di Fontana Mora a q.ta 2250mt . Ora dopo oltre 1000 mt di dislivello sono stanco e vedendo la cresta di salita abbastanza pulita sfilo gli sci e riassaporo il piacere di camminare. In 15 minuti tocco i 2330 mt della croce di vetta del Vigna Vaga con bel panorama sui giganti orobici. Ridiscendo rapido al passo e punto alla Cima di Fontanamora chiedendo a dei ragazzi se sanno quale fra le due che vedo sia: il pinnacolo roccioso vicino o il colle nevoso che s’erge più discosto. Tolgo sempre con piacere gli sci e m’arrampico allegro fra le roccette toccando in pochi minuti l’immacolata cresta nevosa di quella, che evidentemente da qui, è solo una punta della cresta che collega il passo alla cima di Fontanamora. Ridiscendo, saluto i ragazzi , ricalzo gli sci insolitamente al primo colpo, e in breve, ritornate anche le forze sono sulla bianca cima anticipando una coppia di ski racer che prendo in giro perché non son riusciti a raggiungermi. Chiacchieriamo simpaticamente, ci scambiamo del cibo e mi getto dietro di loro in discesa per il raccordo che passando sotto le rocce del ferrante va a raggiungere il Ferrantino. Terminato il traverso in discesa ci fermiamo a ripellare e li saluto non sapendo che il dramma è in agguato. Comincio a litigare col solito attacchino dello sci dx solo che la lite si trasforma in rissa fino a quando dopo 20 minuti di violenza mi arrendo all’inevitabile conseguenza della sconfitta: attaccare gli sci allo zaino e provare a proseguire a piedi nella neve alta con la speranza di raggiungere la stazione della seggiovia prima della chiusura serale. Sono stanco arrabbiato nervoso depresso e sprofondo continuamente nella crosta nevosa che non sorregge il peso dei miei scarponi ma ogni tanto qualche pezzo di neve indurita mi ridà speranza fino al seguente crollo: una vera tortura psicologica, alcuni tratti sono allucinanti, mi sembra una lotta allo sfinimento ma poi il panorama impercettibilmente cambia e mi rendo conto ch’ eppur mi muovo. Guardo come ad un miraggio il fianco del Ferrantino che devo raggiungere nella speranza di trovare finalmente neve dura e discesa..ma devo avere pazienza, non guardare l’orologio e consolarmi guardando la seggiovia sempre in funzione. Arrivo agli impianti stravolto e chiedo aiuto al soccorso cioè chiedo loro se possono farmi salire sulla seggiovia perché a scendere a piedi non farei in tempo per il pulman: giustamente mi rispondono di scendere alla stazione intermedia perché poi è da li che posso arrivare al pian del sole. E’gentile l’omino e mi fa salire per scendere gratis e così poco dopo col cuore ancora in gola e perché tocca scendere velocemente, riabbraccio i miei figli. Scendo sulla seggiovia gustandomi la calma del viaggio e finalmente un poco di pace. Accanto a jari torno a vestire i panni del papà tranquillo. Che bella giornata, grazie montagna… e gli racconto della Presolana… e gli racconto del Camino…p.s. foto recuperate dalla settimana prima perché ho perso la macchina fotografica! Foto1 Ferrante e Fontanamora dalla Val Conchetta Foto2 Vigna Vaga e Pizzi di Petto Foto 3 la mia traccia
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