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   Traversata del Pradella, 25/04/2016
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Gita  Traversata del Pradella
Regione  Lombardia
Partenza  Carona  (1110 m)
Quota arrivo  2626 m
Dislivello  1800 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Abbandonato il caldo cantuccio di casa, mi incammino sulla strada bassa per Pagliari, su quell'acciottolato che ha dato il via a molteplici avventure. L'aria è frizzante e, nonostante l'orario, l'atmosfera già radiosa. Superato il bel borgo dormiente (un peccato vedere che stanno allestendo reti paramassi anche qui), proseguo per la cascata e il Dosso. Tutto tace, ad eccezione dei miei scarponi che sbattono malamente sul fondo cementato.
La solitaria baita oltre il fiume mi dona un sussulto di gioia, sempre bella nel suo malinconico abbraccio di abeti. Raggiungo il bivio per la val dei Frati, non prima di essere superato dalla jeep navetta. Fatevela a piedi!
Carino il ponte sul Brembo, quest'oggi tumultuoso e rigonfio. E che bella la Ca' Bianca… da quanto tempo non passavo di qui! La volta precedente probabilmente ci ho sostato di ritorno da una delle nostre esplorazioni, o forse saltellavo tra i pascoli rincorrendo mucche.
Ma ora le necessità/emozioni del momento mi portano a calzare gli sci. Risalgo a vista, slalomeggiando tra larici e massi, arrancando sul ripido, prendendo coraggio. Essendomi mantenuto a destra del fiume, raggiungo la diga con gli sci in mano. Probabilmente un errore, ma con la neve di oggi, quasi redditizio. Il lago dei Frati ha incominciato la lenta fase di disgelo, ne costeggio la riva all'inseguimento di due scialpiniste (le stesse incontrate due anni fa al Cabianca). La neve è marmorea, le pendenze sostenute, è richiesto un certo equilibrio, calcolando bene la traiettoria per le inversioni. Mentre alle mie spalle occhieggiano i Masoni, sopra la mia testa volteggiano nuvole più o meno innocue.
In vista del passo d'Aviasco l'ambiente si fa più dolce, quasi immacolato. E' bello scivolare per avvallamenti e darsi la spinta sui dossi.
Il Pradella ha un bell'aspetto, massiccio e imbiancato mi chiama. Affronto il falsopiano del monte Aviasco con il giusto slancio, proiettando fisico e mente verso un'altra dimensione. Mi allontano dalle classiche mete primaverili, per avvicinarne una inusuale, e, per me addirittura ignota. Immaginata svariate volte, mai avrei creduto di vincerla con gli sci.
Non appena il terreno lo permette, tolgo le pelli per dirigermi alle pendici del monte. Ne costeggio il fianco settentrionale, per risalire, prima in sci e poi a piedi, il canale che mi deposita a nuove visioni: aree sgombre da neve, la val Seriana, il curioso pizzo Salina. Arrancando faticosamente sulla pala sommitale, scopro scorci di Valsanguigno che non avevo saputo immaginare. Stupenda la visuale sull'Arera: come un vulcano spicca verso la pianura, eruttando molteplici nubi in un cielo terso e profondo. Non mangio da ieri sera, mi sono portato dietro solo bottiglie vuote, è l'entusiasmo che mi spinge. Su
E dall'alto ogni cosa sembra più piccola, si appiattiscono le montagne, figurarsi gli affanni e le insicurezze.

Scatto foto; mi riempio gli occhi; mangio neve.

Evitando di rientrare da dove sono venuto, proseguo sul crinale occidentale. Superate un paio di elevazioni, mi abbasso leggermente ad intercettare il ripido bianco lenzuolo che si affaccia sul lago Gelato. Con attenzione e qualche contorsione, cambio assetto, per lasciarmi scivolare giù fino ad attraversare il lago ed oltre. Dopo un timido saluto al monte Corte, ripello alla volta del passo di Valsanguigno nord, dal quale, per ripido canale, guadagno la sommità del monte Aviasco e la via di salita.
Divertenti le prime curve nella val dei Frati, meno entusiasmante la sciata successiva, massacrante il solito rientro.
Anche oggi, con la traversata del Pradella, ho fatto la mia annuale marachella.

FOTO:
1- Dal passo d'Aviasco spicca la massiccia sagoma del monte Pradella.
2- Il monte Salina, ultimo baluardo innevato per la val Seriana.
3- Panorama spaziale su Arera, Menna e Corna Piana.
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