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   San Matteo, Giumella, San Giacomo, Tresero e Pedranzini, 18/06/2015
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Onicer  mmalanc      
Gita  San Matteo, Giumella, San Giacomo, Tresero e Pedranzini
Regione  Lombardia
Partenza  Rifugio berni  (2552 m)
Quota arrivo  3686 m
Dislivello  3000 m
Difficoltà  OSA
Esposizione in salita  Varia
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Non volendo fare la levataccia decido di partire la sera prima e di dormire nel sacco a pelo al gavia. Le temperature notturne scendono sotto zero (sulla macchina alla mattina c'era del ghiaccio).
In compenso la neve è rimasta ottima per tutto il giorno (dura come piace a me).
Parto alle 5:20 e risalgo direttamente al San Matteo: si spallano gli sci fino sopra la cascata.
Arrivato in cresta al San Matteo sento una strano tintinnio.... La forchetta dell'atk mi ha salutato.... A questo punto non so più cosa fare: inizialmente torno indietro fino al canale, ma poi, non so cosa mi scatta in testa, decido di risalire e di verificare nella discesa verso la Gimella se riesco a sciare con lo scarpone libero. sensazioni positive e di fatto non mi accorgo quasi di nulla.
lasciata la Giumella, decido di tentare la discesa verso i forni.
I crepacci sono evidenti ma il passaggio c'è e bello largo.
Discesa favolosa su neve durissima che permette serpentine fino all'attacco del ghiacciaio.
Da qui ripello e risalgo veros il tresero: ma come faccio a non fare la pala del San Giacomo così invitante? La neve in salita è sempre dura e la discesa super specialmente sulla massima pendenza.
Arrivato in fondo risalgo verso il tresero: la salita è perfettamente liscia e non vi sono crepi evidenti. La cresta è affusolata per cui conviene passare in basso e risalire lungo il versante est.
In vetta incontro due persone (mi son dimenticato i nomi, uno dovrebbe essere soloscialpinismo, (Gianluca?!?) che sono saliti dalla classica. Provo a dare un occhio al versante ovest ma nel canale sotto sono rimadte solo rocce, per cui decido di scendere con loro.
Alla base della salita verso la pedranzini, ci dividiamo. Io salgo fino al colle delle pedranzini (salire fino in cima sulle rocce non mi va) e poi decido di riscendere per la stessa via di salita al posto di scendere sul ghiacciaio di Dosegù.
Discesa verso la cascata su neve ok e poi risalita al passo per scendere seguendo le lingue che avevo addochiato la sera prima fino quasi in fondo (19 minuti a piedi per raggiungere il ponte).

Tutto sommato una bella gita un pò rovinata dalla rottura dell'attacco (anche se non si è fatto sentire molto in discesa).
Buon sviluppo circa 25km.
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