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   Cima de la Bedoleta, in ricerca, 28/02/2015
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Gita  Cima de la Bedoleta, in ricerca
Regione  Svizzera
Partenza  Spina  (1190 m)
Quota arrivo  2626 m
Dislivello  1436 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Nord-Est
Esposizione in discesa  Nord-Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Stavolta è andata male.
Riponevo grandi aspettative su questo itinerario: ricercavo sole per farmi bello, solitudine per compiacermi, bella neve per bullarmi, scenari dei quali stupirmi. E invece non ho trovato nulla di tutto questo.

Probabilmente non ho saputo interpretare correttamente le previsioni meteo, ma una nuvolosità persistente con tanto di nevischio per più di metà gita proprio non l'avevo messa in conto.

Da Spina, oltrepassato il ponte sulla Moesa (ecco da dove origina il toponimo della valle), con un mezzo giro antiorario, ci addentriamo in un fitto bosco. Un gruppetto di sette scialpinisti ci precede: raggiuntili, ci accodiamo. Ad averci la benzina sufficiente, distanzieremmo volentieri il loro vociare. Ma così non è.
Dopo un'ora di marcia abbondante raggiungiamo l'anonima costruzione dell'alpe I Cebi. Il sole, che ci aveva illuso con qualche occhiataccia, va a nascondersi dietro un grigiume che non ci abbandonerà quasi più. Le vedute, fin qui non particolarmente entusiasmanti, vengono spietatamente mozzate.
Usciti definitivamente dal bosco, veniamo investiti da un insistente nevischio che a contatto con la fronte si scioglie rigandoci la faccia e appannando gli occhiali. Non resta che volgere lo sguardo lateralmente ai rilievi che contornano la valle. O, più opportunamente, guardare in basso gli sci scorrere sulla profonda traccia scavata dai battitori.
Nei pressi dell'alpe d'Arbeola il bianco diventa nettamente preponderante, interrotto solamente da qualche sporadico e ardimentoso larice. Cima de la Gagela e Pian Grand svettano, massicci, con le loro placche inclinate. Il disco solare è ancora lì, beffardo, e dona una singolare luce giallastra al paesaggio.
Il gruppetto che ci ha inglobato manca la deviazione per la bocca di Rogna e il piz Pian Grand. Impreco.
Mi rifugio allora nella fugace visione della meta che si rivela bonaria tra le pieghe del candido mantello che ricopre il Pian Grand e la sua conca. Alle nostre spalle, le aspre cime della sinistra idrografica della val Mesolcina sono anch'esse tormentate dalle nebbie. Pur suscitando una sensazione di desolazione e repulsione, lascio che la mente vada a scivolare tra i loro canali e a sbattere contro le loro pareti.
Più ci avviciniamo alla Bedoleta, più cala la visibilità. Più sale la pendenza, più il fondo si fa duro e scivoloso. Più aumenta la fatica, più l'angoscia per quel che poteva essere mi assale.
Raggiunto il deposito sci, ci issiamo per la facile cresta fino in vetta. Tra quelli che hanno raggiunto la cima, siamo gli ultimi. Assaporiamo una solitudine senza godimento.
La discesa non è per nulla rilassante: un attacco che non tiene, la discreta pendenza, la visibilità nulla, la neve variabile, mi mantengono in tensione. Devo compiere un discreto sforzo per stare in equilibrio e scendere a valle. Senza rocce o alberi, tutto risulta piatto. Parrebbe di essere in piano e invece si scende all'improvviso, qualora si sia certi di prendere un poco di velocità, un dosso improvviso frenerebbe gli sci. Queste sensazioni contrastanti portano nausea e mal di testa. Fortunatamente le cose migliorano con l'avvicinarsi del bosco. Farina e crosta di mischiano in proporzioni variabili, ma manca l'abilità di prevederlo volta per volta.
Ai Cebi ci prendiamo una pausa. Ho finito l'acqua e non mi va di mangiare. Resto qualche minuto a guardare le molteplici forme dei cristalli di neve che si adagiano sulla giacca per poi immediatamente scomparire. E, con disarmante semplicità, mi rendo conto di sorprendermi.

Ricercavo sole, solitudine, neve e stupore. A guardar bene li ho trovati. Se solo me ne fossi reso conto subito…

FOTO:
1- Sole per farmi bello.
2- Scenari di cui stupirmi.
3- Solitudine per compiacermi.
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