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   Monte Magro, 20/02/2015
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Onicer  rozzoschi      
Gita  Monte Magro
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Riva di Thures- Località Sage  (1670 m)
Quota arrivo  3274 m
Dislivello  2200 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Ventata
Altra neve  Crostosa
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Buono
Commento Tutto è relativo. Quando la neve o un itinerario possono considerarsi "ottimi"? O anche: l'avvicinamento conta? Oppure: la neve deve essere bella sull'intero sviluppo o sono ammessi tratti variabili? E le boschine entrano nella valutazione finale? Come essere obiettivi facendo 3 o 100 gite a stagione? E la birra di fine gita, o il piatto di pizzocheri influenzano i giudizi? Appunto tutto è relativo e la dimostrazione l'ho avuta proprio oggi qui nei Tauri. Da relazione, l'iniziale rampa micidiale nel bosco manca di un aggettivo fondamentale: insciabile per almeno 200 m sia essa con 20 cm o 3 m di polvere. Poi da 2000 al Rifugio Roma ( 2275 m) di fatto c'è una sorta di percorso obbligato che con il passaggio di 10 sciatori diventa una sorta di tobogone. Dai 2300 m in su inizia la vera e propria gita con quindi a disposizione poco più di 900 m sciabili dai 1670 m totali; un po' più della pista di Bobbio. L'Ottimo qui è quindi come il 6 politico dato al figlio lavativo del preside. Ancora: tutto è relativo!!!

Venendo alla gita: -13 gradi alla partenza e buon 30 cm di polvere brinata da subito. Fino ai 1800 m ponderale di riscaldamento ben battuta dai passaggi e rilassante per la discesa, poi fino ai 2100 m bosco ostico, ripido, anzi una rampa di scale stretta e pericolosa con colate di ghiaccio ovunque ad invadere il percorso. Dai 2100 fino ai 2300 percorso un po' obbligato e si intuisce la bellezza del luogo molto isolato e selvaggio con affollamento pari a zero (chissà perché?). Dai 2300 fino alla cima sembra, con i dovuti paragoni, di essere in Bondasca, forse più aperta con la catena di cime veramente belle a coronare la vedretta di Reis. Il Collalto non è l'ago di Sciora ma il suo pendio nord, seppur spoglio, è veramente magnetico anche se fuori portata. Il ghiacciaio è ben coperto anche se il labirinto da superare oggi non era dato dai crepacci ma da un dedalo disordinato di sastrugi e placche infide comparate dal vento di altezza decimetrica. Cosi di fatto dai 2750 fino alla cima. La discesa lo si intuisce sarà un inferno fino a circa 2700, poi cercando le conche con 4 cm freschi e riportati è stato possibile quanto meno salvaguardare le anche fino al Rifugio. Poi non si scende, si divalla fino a 2100 poi a piedi fino a 1800 e via poi al parcheggio con gli sci.

Commento finale: oggi era meglio andare a sud perché con il seccume delle Alpi orientali immaginavo di trovare neve difficile. Da tornarci con miglior copertura e neve fresca anche se per il minimo sindacale, visto il tratto veramente sciabile, è d'obbligo una risalita con battitura annessa del percorso. Ottimo. O no?
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