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   Cima di Furggen (tentativo), 11/05/2014
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Onicer  Pierpaolo      
Gita  Cima di Furggen (tentativo)
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Cervinia (AO)  (2150 m)
Quota arrivo  3315 m
Dislivello  1180 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Sud-Ovest
Esposizione in discesa  Sud-Ovest
Itinerari collegati  Furggen (3491m), per il ghiacciaio della Forca
Neve prevalente  Variabile
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Voglia di emigrare verso lande da noi ancora inesplorate questo weekend, ma c'è da fare i conti con il meteo che si preannuncia non favorevole su molte delle nostre possibili mete. Fino all'ultimo coviamo la speranza che le condizioni non siano così brutte, ma all'approssimarsi della domenica le previsioni sentenziano la definitiva condanna. Insomma, ciao ai Forni, ciao alle Dolomiti e a tutta la ciurma dell'est. Puntiamo a ovest, là sembra essere meglio, non tanto meglio ma quanto basta per evitare almeno tormente e saette. Destinazione Cervino, non sulla vetta (see!) ma al suo cospetto, verso la Cima di Furggen, che pare essere una buona scialpinistica. Trascorsa la notte in quel di Valtournenche per evitare almeno per una volta la mega levataccia, ci avviamo da Cervinia di buon'ora prendendo le piste dirette a Plain Maison già ampiamente spoglie di neve, cosa che nel dubbio ci fa propendere per andare su inizialmente a piedi per evitare eventuali e ripetuti togli e metti. Calziamo gli sci a circa 2400 metri di quota e poco dopo svoltiamo a sinistra, attraversando una zona semi pianeggiante costellata di grandi massi, per andare a portarci al cospetto di un pendio più ripido. Nel momento più ideale, e con una tempistica perciò ad alto coefficiente di sfiga, il meteo decide di metterci i bastoni tra le ruote. Il muro di precipitazioni da stau, che fino a poco prima se ne era stato buono buonino in disparte a flagellare i territori svizzeri, decide di fare una capatina anche da noi, con il suo malloppo di neve turbinosa e nebbia che impietosamente avvolge tutto ciò che sta sopra. Presi dallo sconforto facciamo retrofront carezzando l'idea di optare per il "Piano B", verso un più tranquillo Rifugio Teodulo. Ma in realtà siamo assaliti da mille dubbi, il cambio di meta non ci aggrada. Riflettiamo a lungo, prima di decidere di proseguire comunque sull'itinerario originale. Dove arriviamo, arriviamo. E anche se non sarà cima, pazienza. Affrontiamo quindi il succitato ripido pendio che a tratti è ghiacciato, personalmente vado quindi di rampanti per evitare problemi e andare su più tranquillo. Giunti dove le pendenze temporaneamente si addolciscono, il meteo ci dà una tregua in senso di nebbia e precipitazioni, ma dobbiamo comunque fare i conti con le preventivate raffiche di vento. Proseguiamo ora con passo regolare fino a sormontare un altro tratto ripido ancora un po' ghiacciato che mi crea qualche difficoltà, ma sebbene con lentezza ne esco anche da qui vittorioso. Pochi metri ancora e siamo di fronte a un terzo pendio dalle sostenute pendenze. E qui prendiamo la decisione un po' sofferta di non andare oltre, perché il lavoro del vento su questo tratto è più evidente che altrove, palesato dalla presenza di lastroni qua e là. Anche nell'eventualità di oltrepassarlo, ci attenderebbe un quarto e ancora più ripido pendio sormontato da una grossa cornice da superare con piccozza e ramponi, in condizioni perciò di insicurezza oggettiva. Questi elementi ci fanno dunque propendere per la ritirata. Ma che ritirata però! Salvo i pendii ripidi dove affiora del ghiaccio, la sciata in tutta la parte alta del percorso è infatti notevole, grazie al sottile strato di farina depositatosi su fondo duro. Si va giù che è un piacere e questo ci fa ben presto passare la delusione per la mancata cima. Di tanto in tanto sostiamo, aspettando una effimera schiarita che possa concederci la spettacolare vista del vicinissimo Cervino, ma oggi non c'è praticamente speranza. Perdendo quota si scia ancora bene nella zona dei massi su neve marcia solo superficialmente, dalle piste in giù si sopravvive, sciando sulle ultime chiazze bianche fino a 2300 metri di quota. Non ci rimane che solo un po’ di minuti di cammino per rientrare all’auto e chiudere l’escursione. Contenti? Si, lo siamo comunque, perché l’itinerario è stato remunerativo pur nelle sue mancanze odierne. Alla prossima, Cervino, e speriamo di poterti ammirare meglio, magari ancora da più vicino!

Foto 1: a metà del percorso, dove il vento inizia a farsi più insistente
Foto 2: bella sciata nella parte alta. In alto a destra, la Cima di Furggen con le sue grandi cornici
Foto 3: sprazzi di Cervino
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