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   Monte Nembra, 12/01/2014
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Onicer  Ghiroz      
Gita  Monte Nembra
Regione  Lombardia
Partenza  Strada per Teglio  (1100 m)
Quota arrivo  2637 m
Dislivello  1500 m
Difficoltà  BS+
Esposizione in salita  Nord-Ovest
Esposizione in discesa  Nord-Ovest
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Variabile
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento La gita si preannuncia impegnativa già dal sabato sera , quando intuisco dal solito giro di telefonate che è sempre cosa difficile convincere i soci ad evadere dai loro itinerari classici e regalarsi una domenica di avventura addentrandoci nell’ affascinante severità del versante valtellinese delle orobie.
Per accontentare i miei compagni di gita , amanti dei forti dislivelli , lasciamo l’auto subito dopo la centrale e raggiungiamo la diga di Belviso in parte sulla comoda strada spalleggiando gli sci e in parte risalendo gli accidentati pendii sul versante orografico destro della valle.
Da qui la traccia sale ripida nell’intricato e fitto bosco mentre il ribollire dei borbottii del gruppo mi fa pentire della scelta così egoisticamente perseguita e capisco che sto mettendo a dura prova la loro passione per la montagna.
Raggiunti gli ampi pendii di nei pressi di Malga Nembra mi confortano l’ amichevole vista del bellissimo Torena e la prospettiva di una bella sciata sui pendii tracciati ma ancora privi di serpentine che scendono dalla cima.
Risaliamo su belle pendenze la Valle del Latte incoraggiando i soci che da un po’ ormai hanno compreso che il sole sarà un premio che otterremo solo dopo che avremo raggiunto il punto più alto della nostra gita.
Sulla bella e finalmente assolata cima il clima si distende. La discesa che segue ,fino alla malga,
è davvero bella , su neve farinosa a tratti leggermente ventata e con tratti leggermente disturbati dal fondo di slavina .
Da qui scegliamo quindi di evitare almeno inizialmente la ghiacciata traccia di salita scendendo in un vago e complicato canale, ormai decisi ad assaporare fino in fondo l’austerità che queste valli sanno offrire ai loro visitatori.
Dalla diga non ci resta che rincamminarci con gli sci nello zaino e consolarci sapendo che sarà solo il ricomporsi dei ricordi di questi intensi momenti richiamati dalla nostra mente ad addolcire la routine della settimana che ci attende.
Grazie Orobie. Con quei gran cornutazzi del Matteo, Ale , Renzo e Fabrizio.
Un saluto al simpatico bresciano che ha sopportato la nostra “esuberanza” in vetta.
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