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Monte Guglielmo, 15/02/2013 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Guglielmo |
Regione | Lombardia |
Partenza | Pezzoro (911 m) |
Quota arrivo | 1948 m |
Dislivello | 1037 m |
Difficoltà | MS+ |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | Monte Guglielmo -Golem- (1948m), da Pezzoro per il classicissimo Ratù |
Neve prevalente | Farinosa |
Altra neve | Variabile |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Accettabili |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Premessa: il commento di questo itinerario è influenzato dal mio livello di scialpinista, che si attesta su “MS”, dove per M non intendo Medio, bensì Mediocre… :-) Debuttanti assoluti del Guglielmo, io e Susanna ci cimentiamo in questa uscita scialpinistica pomeridiana, sospinti dalla voglia di scoperta dell’ignoto e pure da quella di mettere alla prova le mie e sottolineo mie inevitabili scarse attitudini da neofita della materia in una escursione che con le dovute cautele non dovrebbe crearmi eccessivi patemi. Arriviamo così a Pezzoro dopo avere divagato in lungo e in largo passando per l’innevato Colle di San Zeno (ringrazio sentitamente le mie gomme da neve), essendomi fidato ciecamente del navigatore satellitare. Partiamo e risulta evidente come la salita, fin dalle prime battute, a livello di spaccafiato sia pure oltre ciò che immaginavo. In effetti non avevo considerato che oltre mille metri di dislivello spalmati su cinque chilometri non siano esattamente un’allegra scampagnata. Comunque, fra smadonnamenti dettati dalla fatica e da qualche difficoltà incontrata sul Ratù, antipasto di ciò che sarà dopo, guadagniamo la cima. Il tempo di rifocillarsi un attimo e siamo pronti a scendere. A parte qualche iniziale tentennamento (primo eufemismo) dovuto al mio abituale ambientamento sugli assi, la prima parte della discesa fila via senza troppi intoppi. Giunti nuovamente al Ratù le cose per me si complicano. Non sono esperto di condizioni scialpinistiche, ma mi pare evidente che non siano propriamente il massimo della vita. Un reporter qui sotto scrive di avere trovato la via supertriturata. Ecco, penso che esprima bene il concetto. Di fatto ciò che i miei occhi vedono è un concerto di dossi e avvallamenti creatisi dai numerosi passaggi, intervallati da tratti ghiacciati messi a nudo dalla neve recente appunto spostata. Il tutto, unito alla pendenza piuttosto sostenuta della parte alta, mi porterà a scendere con prudenza e molto lentamente (secondo eufemismo) per poi accelerare solo un poco di più in quella bassa. Intendiamoci, un medio scialpinista con un po’ di esperienza non incontrerebbe le mie difficoltà, non a caso Susanna è scesa molto più agevolmente di me. Di sicuro le condizioni nemmeno a lei sono sembrate così godibili, anzi. Abbiamo trovato più piacevole la discesa sotto il Ratù, anche se nella parte terminale del breve tratto di bosco a destra prima degli ultimi prati i sassi affioranti hanno complicato un po’ le cose. Peccato, i miei voli pindarici di didattiche discese su pendii intonsi si sono sciolti come dossi di neve al sole. Ne dovrò mangiare ancora di pane, alla prossima…
Foto 1: Traccia GPS Foto 2: Nei pressi della cima |
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