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   Corno Miller-Cresta Sud-Ovest, via Sicola-Tagliabue
Zona  Lombardia - Adamello
Partenza  Loc.Fabrezza Val Saviore (1424) (2235m)
Quota attacco  2979 m
Quota arrivo  3372 m
Dislivello  393 m
Difficoltà  AD+ / V ( V obbl. )
Esposizione  Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Prudenzini 2235 m
Attrezzatura consigliata  Da alpinismo: due corde da 50 m una serie di friends e nuts medio -grandi e fettucce varie.
Orario indicativo Dal Rif all'attacco 2,30h per la cresta 6 h
Periodo consigliato Giugno-settembre
Descrizione La via ad oggi 12/8/2007 non risulta ripetuta da moltissimo tempo (forse 20 anni) viste le condizioni dei pochi cordini e chiodi in loco) sono state
riattrezzate tutte le calate in doppia due su chiodi e una su cordini in un masso incastrato e una su fettucce .Tutta la via è facilmente proteggibile
con Friends e Nuts medio grandi, la roccia è buona se non ottima fuor chè in alcuni punti invasa da licheni.
Tempi di percorrenza: dall’attacco alla vetta circa 6 ore comode.I primi due torrioni e seguenti calate e risalite fanno perdere un pò di tempo ma
vale la pena di farli.
Postiamo quasi integralmente aggiornandola la relazione CAI-TCI del volume Guida ai Monti d’Italia di Pericle Sacchi pag. 262 it .134g integrandola
con foto.
Dal passo Gozzi (2979 mt) si attacca per un facile canalino erboso che porta ad una ripida paretina solcata da due fessure recentemente spittata.
(solo questo tiro)Sfruttando alternativamente le due fessure si superano i primi metri,poi,con i piedi nella fessura inferiore e le mani in quella
superiore,si raggiunge un piccolo spuntone.Di qui salire direttamente per un canale-camino al primo terrazzo del torrione, da dove si scende per
qualche metro sul versante del Miller. Seguendo ora un diedro, si raggiunge un piccolo intaglio che sul versante Salarno offre una buona sosta.Si
segue per 5 m ( 1 chiodo con cordino nuovo)il filo arrotondato dello spigolo e si arriva a un piccolo ripiano sotto una grande placca, solcata da una
fessura, che in alto si chiude .Dal ripiano parte verso destra un’altra fessura orizzontale,poco marcata e col labbro superiore rivolto in basso: ci si
abbassa 1 m, si traversa a corda eventualmente aiutandosi con il cordino sul chiodo fino ad una costola che delimita un diedro molto svasato
caratterizzato da due fessure,che sale fin quasi alla base della torre.Dove la costola si perde nella grande placca formando un piccolo tetto, la
fessura orizzontale piega verso l’alto (qui la relazione CAI-TCI parla di un chiodo ma non c’è più).Proseguire ancora 1 m con l’aiuto della corda e
alzarsi poi verso il centro del diedro che si segue un tratto fino a raggiungere la parte destra della grande placca,dove un comodo terrazzino
orizzontale forma l’anticima del primo torrione a forma bifida.
Ci si cala ora a corda doppia sul versante Salarno (cordini nuovi incastrati in loco) per 6-8 metri all’intaglio fra le due cuspidi (chiodo da ribattere)
Di qui si traversa orizzontalmente fino a una placca per 5 m sul versante Miller,fino a un diedro (sprotetto utile 1 chiodo) che porta fino a un
ripiano sotto la vetta del “Primo Torrione” che si raggiunge dal lato Miller.
Una calata in doppia di 20 m (2 ch cordini e moschettone nuovi) porta all’intaglio fra il “Primo Torrione” e il”Secondo Torrione” da dove si può
facilmente scendere senza problemi in caso di ritiro forzato sul lato Salarno.
Qui si supera dapprima una bella placca scura e una caratteristica placca chiara.Quest’ultima la si supera con l’aiuto di due fessure parallele e per
rocce rotte dello spigolo si raggiunge il secondo Torrione.Da qui ci si cala con una doppia di 50 m sugli sfasciumi del versante Miller.Si risale ira
per una cinquantina di metri in direzione di una cengia obbliqua ascendente da sinistra a destra che facilmete (II) porta in cresta a monte del tratto
affilato di lame ben evidenti dal secondo Torrione.Si scende ora fino a una cengia orizzontale sul lato Salarno che porta al facile tratto
pianeggiante di cresta che si segue fino a una lama molto esile.
La si contorna a destra (lato Miller) per canali e sfasciumi, e si riprende la cresta che si segue fino al penultimo gendarme di questo tratto
orizzontale.Con calata di 8-10 m (due chiodi in loco) si raggiunge l’intaglio sotto l’ultimo gendarme,che si raggiunge per placche e fessure dello
spigolo.Si scende un pò verso Salarno,si superano le placche tagliate da caratteristiche fessure orizzontali sotto l’anticima,si sale un’ultima placca
larga e liscia e dall’anticima,sempre per il filo di cresta,si raggiunge la vetta.
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  Questa grande via di cresta è molto consigliabile sia per la qualità della roccia che per la solitudine dell'ambiente.
Itinerario visto  47288 volte
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