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Roda del Diavolo, Spigolo Gross | |
Zona | Trentino Alto Adige - Catinaccio Latemar | |
Partenza | Passo di Costalunga (1750m) | |
Quota attacco | 2540 m | |
Quota arrivo | 2723 m | |
Dislivello | 200 m | |
Difficoltà | AD- / IV ( IV obbl. ) | |
Esposizione | Est | |
Rifugio di appoggio | Rif. Roda di Vael; Rif. Paolina | |
Attrezzatura consigliata | Corda da 50m, friend, 5-6 rinvii, cordini anche lunghi | |
Orario indicativo | 2h all'attacco; 2h la via; 2h la discesa | |
Periodo consigliato | Giugno-Ottobre | |
Descrizione | Dal passo Costalunga seguire il sentiero che in circa 1h e 20’ porta al rif. Roda di Vael (m 2280). (NB: è anche possibile raggiungerlo tramite la seggiovia che parte dal paese di Carezza e che conduce al rif. Paolina (m 2125); si prosegue poi lungo il sentiero che passa dal monumento a Theoror Christomannos, fino al rif. Roda di Vael, ca. 30’).
Continuare ora per la Torre Finestra e la ferrata del Masarè e dopo circa mezz’ora si raggiungono un tratto attrezzato e poi una scaletta che sale in uno stretto camino. Superatala, imboccare l’evidente traccia che, traversando a sx, porta verso la ferrata del Masarè. Da qui è ben visibile la parete est della Roda del Diavolo, in particolare i due pilastri gialli che delimitano il canale da scalare (Spigolo Gross). Senza raggiungere detto canale, dopo pochi minuti dall’uscita della scala lasciare il sentiero e salire per un ripido prato e roccettine fino a individuare una nicchia nerastra (ometto alla base della parete), ove si attacca la via (circa 50min dal rifugio). 1° tiro: Superare il muretto sopra l’attacco (III), tenendo la cresta. Traversare poi verso sx senza difficoltà fino ad una conca posta sotto il primo pilastro giallo (clessidra con cordone), da non confondere col torrione giallo più a sx. Sbucati sul canale principale, sostare in una nicchia alla base del pilastro (chiodo e clessidra) (50 m, III e II). 2° tiro: Traversare a sx salendo senza via obbligata uno dei due diedri paralleli (si può anche salire lungo la placca che li separa), fino ad un pianetto. A sx è posta una grande clessidra dove sostare (d’obbligo un cordino molto lungo, almeno 3 m) (35 metri, III+/IV-). 3° tiro: Salire per 15 metri tenendosi a sx del diedro, aggirando così il tratto strapiombante (IV-). Poi, con un traverso, spostarsi a dx e continuare così nel canale principale (chiodo, possibile sosta intermedia). Spostarsi ancora a dx su rocce più appoggiate; quindi tornare a sx (III+), puntando a due diedri paralleli. Su quello di sx si trova la sosta su 2 chiodi (50 m, IV-, III+, 1 chiodo). 4° tiro: Salire verso il diedro che si trova più a destra in quanto meno verticale (IV-) e seguirlo fino a raggiungere il chiodo. Dopo aver superato una strozzatura (IV) si esce sulla cresta. Proseguire sulla dx senza particolari difficoltà e sostare prima dell’ultimo tratto piuttosto verticale dello spigolo (masso incastrato con cordone) (50 m, IV-, I). 5° tiro: Con un esposto traverso, proseguire a dx e superare lo strapiombo cercando il punto più facile (IV, chiodo). Ora, lungo il facile crestone, sostare appena possibile su spuntone (30 m, III+/IV). Proseguire quindi facilmente fino alla vetta. DISCESA: Scendere sul versante opposto seguendo gli ometti (via normale, I°). Inizialmente si segue la cresta; lasciarla poi scendendo a dx su terreno un po’ più impegnativo (seguire bene gli ometti). Arrivati alla sella erbosa alla base della (col caratteristico buco ove è posta una croce), proseguire la discesa a dx verso il rifugio Roda di Vael. Poco dopo si raggiunge la scaletta percorsa in salita e quindi a ritroso fino al rifugio Roda di Vael. |
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Valutazione itinerario | Ottimo | |
Commento | Una delle salite più classiche e ripetute vie di arrampicata sulla Roda del Diavolo, lungo la parete Est della montagna. Anche se in realtà non è un vero e proprio spigolo in quanto una parte della salita si svolge in un diedro/canale, offre un’arrampicata varia, mai difficile, anche se con chiodatura scarsa. Il percorso non è sempre facilmente individuabile, ma comunque abbastanza logico e intuibile. La roccia è generalmente molto buona, a parte qualche tratto dove occorre porre attenzione in quanto instabile, e quasi sempre permette di proteggersi facilmente.
Adatta a giornate con meteo incerto essendo piuttosto breve. Prima salita: A. Gross, G. Pasolli, negli anni ’50. FOTO 1: Poco dopo il rif. Roda di Vael: in rosso la via di salita, in giallo una possibile variante di attacco. FOTO 2: All'inizio del 4° tiro di 50m (IV°). FOTO 3: L'esposto traversino dell'ultimo tiro. |
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Itinerario visto | 47297 volte | |
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